Una giornata tra le vette alpine

ricordando don Angelo Carioni

Parlare di comunicazione in un posto dove anche il cellulare fatica a prendere la linea sembra un po’ strano, ma forse è la chiave dell’incontro organizzato dall’associazione Gran San Bernardo presso la casa intitolata a don Angelo Carioni, in Valle d’Aosta.

Si parla di un nuovo modo di relazionarsi tra i giovani e con i giovani, fondato su un rapporto più maturo di ascolto reciproco, in cui ci si guarda negli occhi più che attraverso un computer.

Don Angelo Carioni ha fatto dell’ascolto la sua missione, ed è stato un maestro per tante generazioni: trovarsi in centocinquanta persone nei luoghi che tanto amava è stato un modo per ricordare anche lui.

La seconda Giornata montana della gioventù, infatti, è iniziata domenica mattina con la lettura di una sua poesia, che ha introdotto l’incontro con don Gino Rigoldi, cappellano al carcere minorile Beccaria. A confrontarsi con lui, un altro esperto di comunicazione, Flavio Oreglio, scrittore e attore teatrale con un passato di insegnante e cabarettista.

«La comunicazione è la declinazione del grande comandamento evangelico dell’amore» ha detto don Gino, mentre Oreglio ha parlato, tra l’altro, della superficialità del sistema mediatico. «Le relazioni con chi ti vuole bene hanno sempre una credibilità maggiore. Sfruttiamo questo vantaggio» ha chiarito don Rigoldi, che ha spiegato l’importanza di investire denaro, tempo e strutture per dare un futuro alle nuove generazioni.

Sono i giovani i primi a voler instaurare un dialogo nuovo, ed è stato chiaro anche dalle domande poste ai relatori: «Si dà sempre la colpa a noi, ma spesso sono i genitori che non ci ascoltano» è stato il grido di uno dei ragazzi presenti.

Paolo Carenzi, Serena Toscani, Lorenzo Novello e Mirko Zuppardo, per esempio, sono stati premiati per il progetto portato avanti sulla comunicazione, che, nelle loro scuole, il Novello di Codogno, il liceo Gandini e l’Itis Volta, hanno portato avanti in assoluta autonomia dagli insegnanti.

Dopo l’incontro, un pranzo insieme guardando lo splendido panorama, mentre nel pomeriggio ha avuto luogo la Messa, cantata dal coro Barbarossa e ripresa, come tutta la giornata, dalle telecamere di Telepace.

«Leggiamo e preghiamo il Vangelo, per trovare il coraggio di testimoniare il messaggio d’amore portato da Cristo» ha detto don Gino Rigoldi durante l’omelia. Insieme a lui, a concelebrare, don Marco Misani vice parroco di San Martino, don Vincenzo Giavazzi di Corte Palasio, don Ivano Reboulaz parroco di Saint Remy, il paese più vicino, e padre Klaus Sarbach, agostiniano che si occupa dell’accoglienza dei pellegrini lungo la via Francigena, la cui prima tappa italiana passa proprio dal Gran San Bernardo.

Proprio il viaggio della fede è stato uno dei simboli della giornata: il pellegrinaggio verso un modo più profondo di rapportarsi con se stessi, con la fede, e con gli altri.

Federico Gaudenzi

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