Un tour nei parchi di Lodi

Tra i peggiori della città quelli di via Lago di Como e di via Fascetti

Erba alta. Ovunque. Tranne rare eccezioni, a inoltrarsi per una passeggiata in un qualunque parco pubblico di Lodi, un lunedì mattina, se ne esce con i piedi fradici. Tranne rare eccezioni, si diceva: i giardini Barbarossa di viale IV Novembre e il parco di villa Braila, per esempio. Il nostro viaggio comincia nei parchi lungo le due sponde dell’Adda e si avvicina, a cerchi concentrici al centro.

PARCO DI VIA CAVALLEGGERI

Siamo nell’area verde in via Cavalleggeri di Lodi, Campo Marte, estrema periferia della città. Ad accogliere il visitatore c’è una fontana “tarata” male che innaffia l’incauto visitatore che non si metta di lato e un basso edificio coperto di scritte e con i vetri rotti. L’area che si apre a destra è un vasto prato con l’erba alta che fa passare la voglia di cimentarsi in una partita a calcio (ci sono le reti) o a pallavolo, la cui rete è peraltro rotta. Al di là della recinzione l’erba del campo dell’Azzurra 1939 presenta ben altra cura. Non va meglio nell’area giochi, a sinistra dell’ingresso. Uno dei cavalli a a dondolo ha il sedile di legno scheggiato in cui si intravedono quattro viti arrugginite.

PARCO DI VIA FALCONE

Qui l’erba è così alta che inizia a fare capolino fra le assi delle panchine. Qualcuno ha legato un canestro a un palo con del filo di ferro poi qualcun altro ha provveduto a romperlo. Il tutto è rimasto in bella vista ad arrugginire. Il maltempo ha rotto un paio di rami e ha fatto inclinare un albero ma niente di tutto ciò è stato tolto o rimosso. All’ingresso la bacheca gialla per le emergenze causate da piene dell’Adda (siamo nell’oltre fiume) è una lavagna a disposizione per le scritte dei vandali.

PARCO DELLE LAVANDAIE

Si trovavano qui la domenica pomeriggio a giocare a tombola, le lavandaie di una Lodi consegnata ai libri di storia. Oggi il parco al di qua del lungofiume ha bisogno di un taglio dell’erba e della sostituzione degli alberi che non hanno attecchito. A quelli che invece hanno attecchito e sono cresciuti andrebbero tolti i legacci che li assicuravano ai tutori e che ora, cresciuta la pianta, la strozzano. Da segnalare uno scivolo particolarmente a rischio: un pannello laterale si è staccato (o più probabilmente è stato staccato da qualche incivile) e nella fessura che si è formata, facilmente raggiungibile dalla mano di un bambino, spunta una vite arrugginita.

PARCO DEI SOGNI

Il parco dei Sogni (già “parchetto” recita la scritta all’ingresso) è a due passi dalla cascina Codignola. Molte piante sono state messe a dimora con l’accortezza di proteggerne la base con un pezzo di tubo, di quelli che si usano per il passaggio di cavi per la corrente. È un’ottima accortezza per proteggere la pianta quando si taglia l’erba, però una volta che la pianta è cresciuta e il tronco si è ispessito il tutto va tolto. Altrimenti, come succede ora, si crea una pericolosa strozzatura. Nell’erba alta spunta un gioco arrugginito: è un cavallo a dondolo in legno, un gioco che merita una riflessione. In vari parchi ce ne sono di simili. Essendo di legno, sono più vulnerabili alle intemperie e, quindi, alle rotture. In altre aree verdi ce ne sono di simili però in plastica, apparentemente più resistenti e sicuri.

PARCO DEI MUSICISTI

Quello di via Bellini è uno dei pochi parchi con una rastrelliera per le bici, all’ingresso. L’erba alta si sta mangiando i vialetti e quella che sembrava essere una pista per automobiline a pedali. Ormai inutilizzabile. Manca un cestino e due panchine sono rotte.

PARCO DI VIA PERGOLESI

Erba alta ovunque, una pericolosa buca in mezzo al prato e giardini strapieni di lattine e bottiglie di birra. Attorno, segni di bivacco e un tavolo rotto. All’ombra di alcuni cedri ci sono dei rami a terra, delimitati da un nastro di plastica bianco e rosso. «Sono lì da quando c’è stata quella tempesta di vento - spiega un residente che ha una casa che si affaccia sull’area verde -. L’erba alta? Gli anni scorsi non era così, venivano più spesso a tagliarla. Quest’anno solo una volta, finora». Indica il proprio giardino: «Vede? Io ho già fatto tre tagli».

PARCO DELL’AMICIZIA

Defilato rispetto ad altre aree verdi più note ai lodigiani, il parco dell’Amicizia di via Don Minzoni accoglie il visitatore con un cestino collocato in terra, di fianco all’ingresso, e una bacheca che dovrebbe contenere informazioni su verde, alberi ed ecologia in genere e invece ospita scritte incomprensibili e un ingeneroso insulto collettivo. L’erba rigogliosa e i cestini traboccanti di bottiglie di birra e circondati dalle testimonianze di qualche bivacco di troppo completano il quadro.

GIARDINO DEL SORRISO

È un piccolo parco costantemente ombreggiato dai condomini attorno e questo, quanto meno, attenua le crescita dell’erba, che comunque necessiterebbe una sistemata. Così le panchine, in attesa di una riverniciata. Qualcuno ha divelto il tavolino all’interno di un gioco per bambini. Quando gli incivili ci mettono mano, in effetti, sono sempre i più piccoli che ne pagano le conseguenze.

PARCO DELL’OLMO

Ai margini della frazione a sud di Lodi, il piccolo parco presenta giochi e piante in buone condizioni. Il tasto dolente, comunque, continua a essere l’erba: alta, da tagliare.

PARCO RUSS

Siamo a San Grato, frazione della città, più precisamente in via della Tovaiera. Accanto alla varietà dei giochi per bambini (c’è persino il canestro da basket), la solita nota stonata: l’erba alta, che s’infiltra sul serpentone di cemento che corre all’interno del parco. Le porte per giocare a calcio sono sprovviste di rete.

PARCO DELLA MARTINETTA

Il parco è nella piazza centrale del quartiere “incastrato” tra viale Milano e l’Adda. In un punto la staccionata che lo delimita è sparita. È provvisto di giochi, di un mini campetto da calcio e di cestini, ma molti rifiuti sono sparsi qua e là tra il verde. Le mamme chiedono la riqualificazione dell’asfalto tutto intorno allo spiazzo, a causa delle buche.

PARCO DELLE BASTE

Ci avviciniamo alla zona di Porta Regale. Più che di parco si dovrebbe parlare di uno spazio per giocare a basket (dalle 9 alle 20). L’unico gioco a disposizione per i piccoli è uno scivolo che non sembra in buone condizioni. La fontana per dissetare gli sportivi funziona. I cestini sono evidentemente utilizzati anche da chi non fa la differenziata e lascia la pattumiera di casa ne parco.

PARCO AMBROSOLI

L’erba è molto alta, ma l’angolo nascosto tra i condomini del Pratello resta tra i migliori della città. Giochi, tavolini da pic nic, fontana e un gatto bianconero ad accogliere i visitatori. Un “panettone” in cemento da utilizzare come sedia raffigura l’equazione del tempo. I vandali hanno comunque lasciato il segno con dei graffiti sul muro.

PARCO DELLA SOLIDARIETÀ

Nel cuore del quartiere Fanfani. Lo striscione che ne indica il nome sarebbe da cambiare, all’interno c’è molto spazio libero dove giocare. Provvisto di tutto, ma non di tavolini.

PARCO DI VIA MARCONI

Nascosto dalle case, è sempre nella zona di Porta Regale. Piuttosto desolante: ci sono solo delle altalene e delle panchine, la fontana non funziona. I piedi camminano su di un mix di verde e cemento. Il parco continua sul retro di un palazzo, dove però c’è solo incuria. Rami caduti e la casa di un gatto che osserva i (pochi) passanti.

PARCO DI VIA GANDINI

Di fatto è un’area per cani, utilizzata anche da chi non ha amici a quattro zampe. Il cancello d’ingresso è rotto, per il resto è munito solo di panchine per sedersi.

PARCO DI VIA FASCETTI

Ci spostiamo in zona stazione. Il parco di via Fascetti non brilla per pulizia o splendore. Più di una volta sono stati necessari interventi sugli alberi pericolanti. I frequentatori lasciano spesso in giro bottiglie e lattine, così come fazzoletti di carta. Il sentiero interno si perde nell’erba alta.

PARCO DI VIALE EUROPA

La stradina per raggiungere giochi e panchine è dissestata. Una parte del parco, caratterizzata da un’area in cemento trascurata, sembra essere inutilizzata.

PARCO DI VIA GRANDI

In questi giorni in alcuni punti assomiglia più a una giungla che a un parco. Doveva ospitare la pista da skate, ma non se n’è fatto nulla. Non è un esempio di pulizia, complice la maleducazione di chi lo frequenta.

PARCO DI VIA MORO

La recinzione è un po’ “sgarrupata”. Lo slogan potrebbe essere “minimo e indispensabile”: ci sono giochi e panchine, ma sono decisamente datati.

PARCO DELLE CASELLE

Il sentiero che costeggia gli orti e che porta all’interno del parco delle Caselle è sconnesso. Quando piove, si riempie di pozzanghere. Quest’area verde è dotata di uno spazio per cani, al centro domina la pista da skate (con il buco, ovvero incompleta). È l’unico parco con gli attrezzi per fare ginnastica, a pochi passi un tombino sporgente è stato recintato per evitare che la gente si faccia male. Frasi d’amore scritte con pennarello nero si leggono sui mattoni alla base della fontana. Un’altalena penzola solitaria perché rotta. Tra le caratteristiche, come per gli altri parchi, erba alta e rifiuti abbandonati un po’ ovunque.

PARCO DI PIAZZA MARTIRI

All’interno è stata realizzata la casa di quartiere, ma il campetto da calcetto non è in buone condizioni: quando piove si trasforma in un lago ed è inaccessibile per diversi giorni dai ragazzi. Di fronte alle case popolari, da tutti conosciute come “Muraglia”, il parco è finito spesso nel mirino di vandali e maleducati che abbandonano i rifiuti.

PARCO AMICO

Un pezzo di staccionata se n’è andato. Il parco Amico si trova in via San Fereolo, il quartiere più popoloso della città, ed è evidente che le radici degli alberi si siano spinte fin sotto il cemento. A misura di bambino, qui l’erba sembra davvero altissima. Non c’è una grande varietà di giochi, soprattutto altalene e una casetta con scivoli piena di scritte. Svettano verso il cielo alberi bellissimi, ma mancano i tavolini per il relax.

PARCO DI VIA PRECACESA

“Parco” suona un po’ esagerato. Perché si tratta di un collegamento - provvisto di panchine e un po’ di verde - tra due strade che corrono parallele nel quartiere di San Fereolo.

VILLA BRAILA

Erba tagliata, giochi e arredi urbani puliti e in ordine (a esclusione di una tavolo all’ingresso da viale Italia), opere d’arte, un canestro “professionale” da basket e una teleferica rendono quest’area uno dei (pochi) parchi di Lodi più vivibili e, infatti, è frequentato da numerose persone al momento della nostra visita (a differenza di altre aree, deserte). Nell’area giochi notiamo uno di quei cavalli a dondolo di cui si diceva prima. È come quello notato nel parco di via Cavalleggeri: anche a questo, in rotto, si è rotto il sedile però questo è stato sostituito con uno di plastica.

PARCO DI VIA LAGO DI COMO

Rispetto ad altri parchi è quello che maggiormente soffre della presenza continua di senzatetto extracomunitari (e di qualche lodigiano) che qui bivaccano tutto il giorno. Palazzo Broletto ha promesso controlli periodici ma in zona il malumore per una difficile convivenza è palpabile. L’erba è da tagliare e la recinzione presenta una rottura di fianco all’ingresso.

GIARDINI BARBAROSSA

Puliti, ordinati,curati. Il fiore all’occhiello di palazzo Broletto. Non c’è molto da aggiungere.

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