Un pozzo in Ruanda

grazie agli amici di William

Con i fondi del torneo organizzato dal Roller Lodi in memoria del 38enne morto in un incidente stradale nel 2012 è stata realizzata una doppia fontana

La vita di William Bianchi non è finita. Essa ora sgorga con l’acqua della fontana aperta in Africa.

Proprio in queste ore, infatti, i poveri del Rwanda possono riempire le taniche di acqua potabile sotto casa, senza fare decine di chilometri a piedi sotto il sole.

Il merito è del Roller Lodi e degli ex amici e compagni di hockey di William che hanno organizzato la terza edizione del trofeo in sua memoria, nel campetto dell’oratorio di San Bernardo. Le partite si sono svolte a luglio, anniversario del tragico incidente che nel 2012 strappò la vita al 38enne di Borgo San Giovanni, papà di un bimbo di 7 anni, in attesa della seconda.

«A realizzare la fontana - spiega commosso papà Angelo - è stato il Movimento lotta fame nel mondo. Sono orgoglioso. Mio figlio può vivere attraverso quell’acqua».

La tragedia colpì la famiglia Bianchi all’inizio di luglio di due anni fa. Il 38enne, in procinto di sposarsi, si schiantò con lo scooter contro un suv che proveniva dalla direzione opposta, sulla strada provinciale 187 che porta a Massalengo.

«Non so dire quanti soldi sono serviti - racconta il genitore di William -. Io ho messo un contributo come papà e gli amici hanno messo il resto. In 5 mesi è stato fatto tutto. È la dimostrazione di come le cose quando si vogliono fare bene si possono fare». Il papà ha un sogno nel cuore. «Vorrei - dice - poter portare avanti queste iniziative per i bambini dell’Africa ai quali manca l’acqua. Per me l’acqua è la vita di mio figlio. Chiunque volesse intervenire con dei fondi, io sono disposto ad andare avanti in questo progetto».

Perché sempre più persone possano vivere nel nome di William.

«Non sono andato in Africa - dice il genitore -, ma ho visto la fontana con due rubinetti in fotografia. Al centro c’è una targa con il nome di mio figlio. A vedere quelle immagini ho provato un’emozione fortissima. L’acqua, elemento più importante al mondo, senza la quale nulla è possibile, è stata associata al ragazzo. Proprio a lui che prima di andarsene tanto tragicamente ha dato la vita ai suoi due splendidi bambini. Sono orgoglioso per quanto è stato realizzato». Papà Angelo ringrazia di cuore i compagni di squadra di suo figlio che dopo aver giocato a hockey, tra gli anni 70 e 80 e aver debuttato in serie A, si era dedicato al ciclismo. Ora spera di riuscire a portare avanti ancora, grazie al cuore dei lodigiani, tanti progetti come questo.

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