Un mese fa l’omicidio del carabiniere

La città non dimentica: sabato una commemorazione

È passato un mese esatto dalla morte del carabiniere di quartiere Giovanni Sali, ucciso da due colpi di pistola nel pomeriggio del 3 novembre in via del Tempio, e gli inquirenti continuano a lavorare nel più assoluto riserbo e in diverse direzioni, con l’obiettivo di inchiodare il o i responsabili e di abbattere il muro del silenzio che circonda una vicenda tanto inattesa quanto grave e, al momento, difficile da spiegare.

E tutte le associazioni d’arma ricordano l’uomo che faceva sentire più sicure le persone oneste. «In questo giorno della memoria siamo vicini e partecipi al gravissimo lutto che ha colpito l’Arma dei carabinieri - ha affermato sabato Mario Lucchini, presidente dell’Associazione artiglieri d’Italia -. La morte dell’appuntato Giovanni Sali è avvenuta per vile mano, mentre era nell’esercizio delle sue funzioni, e ha scosso l’animo di tutti noi lodigiani». Quest’anno le consuete celebrazioni in onore della patrona Santa Barbara, da 60 anni protettrice degli artiglieri, dei marinai, dei genieri e dei vigili del fuoco, sono state dedicate a Giovanni Sali. Gli artiglieri della sezione di Lodi hanno infatti reso onore al defunto carabiniere con un corteo che silenziosamente si è incamminato da piazzetta Caserma Chiarle alla chiesa della Maddalena, fermandosi per un momento di raccoglimento e inchinando i labari in via del Tempio, dove Sali è stato ucciso. «Santa Barbara non è solo una figura storica e religiosa, ma rappresenta la testimonianza di come dev’essere un vero artigliere», ha dichiarato il delegato regionale dell’associazione Giordano Pochintesta, che ha aggiunto: «Con questa giornata colleghiamo idealmente il sacrificio della nostra patrona a quello del valoroso appuntato Sali».

La manifestazione di sabato mattina è cominciata in piazzetta Caserma Chiarle con la cerimonia dell’alzabandiera presso il monumento dedicato agli artiglieri di Lodi. Il presidente Lucchini ha poi deposto una corona d’alloro in memoria del lodigiano medaglia d’oro al valore militare Armando Tortini, insieme alla nipote del caporal maggiore, Caterina Tortini. «Di fronte alla targa che ricorda il suo sacrificio - ha commentato Lucchini - rivolgiamo il nostro pensiero a quanti hanno immolato la vita per dare un futuro di libertà e di pace al nostro Paese».

Alla manifestazione anche l’assessore comunale alla sicurezza Umberto Pensa, numerosi rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma e alcuni carabinieri in alta uniforme, eletti a guardie d’onore al monumento di piazzetta Chiarle. La giornata si è quindi conclusa con la Santa Messa celebrata dal parroco don Mario Zacchi, in suffragio dei soci defunti, nel tempio della Maddalena.

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