Un fiume di applausi:

il grazie della gente

per il vescovo Merisi

Gli applausi sembrano non volersi più fermare quando monsignor Giuseppe Merisi scende per l’ultima volta la scalinata della cattedrale come vescovo della diocesi di Lodi. A precederlo, sabato sera, nella processione verso l’altare c’erano almeno una quarantina di sacerdoti diocesani, con monsignor Claudio Baggini vescovo emerito di Vigevano, ma molti altri erano i prelati già seduti nelle prime file, tra cui padre Giovanni Giovenzana, rettore del San Francesco e padre Nicolae Cazacu della Chiesa ortodossa rumena di Lodi, insieme ai familiari del vescovo (le quattro sorelle con i rispettivi mariti e il nipote Alberto) e alle numerose autorità cittadine. Davanti a tutti il sindaco di Lodi, Simone Uggetti, accompagnato dal vicesindaco Simonetta Pozzoli, poi Gianpaolo Colizzi, presidente del consiglio comunale e Mauro Soldati, presidente della provincia.

Presenti anche il comandante dei carabinieri Alessandro Magro, il comandante della Guardia di finanza Massimo Benassi e il procuratore capo Vincenzo Russo. E ancora molti sindaci arrivati da diverse parti del Lodigiano. Ad accompagnare Merisi nel suo ultimo saluto sono arrivati anche monsignor Vittorio Nozza, già presidente della Caritas nazionale, e monsignor Angelo Bazzarri, presidente della Fondazione don Gnocchi.

La cappella musicale rafforzata dalle voci di alcune corali cittadine e da un apparato di fiati ha intonato i canti, mentre i seminaristi hanno svolto il servizio liturgico. È spettato al delegato generale monsignor Iginio Passerini il compito di pronunciare il discorso di commiato a nome dell’intera comunità (che riportiamo integralmente dalla prima pagina): «Non le nascondo che sono commosso, però volentieri prendo la parola per esprimere il saluto riconoscente della nostra diocesi». Poi ha aggiunto: «Lei ci ha guidato con determinazione nei giorni di tranquillità e nei giorni di tempesta. Ci ha insegnato a non respingere nessuno dei disperati che chiedono di essere imbarcati (facendo riferimento all’immagine biblica della “barca” della Chiesa, ndr)». A sorpresa monsignor Passerini ha anche annunciato che i sacerdoti hanno donato al vescovo una Fiat Punto, per i suoi spostamenti, e una statuetta di San Bassiano scolpita da Mauro Ceglie.

L’ultima omelia di monsignor Merisi si è aperta con un riferimento “ironico”, misto alla consueta serietà dei suoi messaggi pastorali: «Salutare, ringraziare, incoraggiare. Sono tre espressioni note, ripetute spesso dal vescovo di Lodi in questi ultimi nove anni», e che sono tornate a risuonare in cattedrale.

Il vescovo ha poi manifestato il desiderio di continuare ad essere figlio della diocesi di Lodi, nonostante il suo prossimo trasferimento a Stezzano (Bergamo), presso il santuario mariano della Madonna dei Campi. Al momento dell’offertorio, oltre a una coppia di coniugi, si è fatta avanti anche suor Giannina delle Suore di carità, amica di monsignor Merisi, con cui c’è stato un affettuoso scambio di saluti.

Il Te Deum, alternato tra coro e assemblea, ha preceduto la benedizione conclusiva. Poi è arrivato il momento del canto finale e dei congedi personali. Monsignor Merisi ha ricevuto alla Cattedra tutti coloro che hanno voluto avvicinarsi per una parola di commiato.

I sacerdoti sono sfilati a uno a uno davanti al vescovo, scambiando abbracci e vigorose strette di mano. Dietro di loro le autorità e poi il lunghissimo “serpentone” degli altri presenti che hanno affollato la navata centrale, ciascuno attendendo il suo turno e ciascuno con in cuore il proprio saluto e un ultimo pensiero.

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