Un artigiano 33enne apre la prima liuteria di Lodi: ecco il regno delle chitarre

Un angolo di poesia e artigianato nel cuore della città. Fabio Schmidt, 33 anni, brianzolo, è sbarcato al 35 di viale Rimembranze con la sua bottega di liuteria. Prima di arrivare a Lodi, Schmidt, che costruisce solo chitarre classiche, ispirate alla liuteria spagnola, è stato a Castellaneta, Alessandria e Masate, in Lombardia. Lui che è impegnato nel mercato globale, per fare questo lavoro può stare con il suo laboratorio in qualsiasi posto. Attualmente ha richieste per un anno intero. Ha commissioni dalla Puglia e persino dall’America e dalla Thailandia. Ha già realizzato 100 chitarre. «Non ho nemmeno la macchina per farvi il caffè - si scusa il liutaio -, devo ancora arredare il negozio». Il profumo di legno sale nelle narici e alleggerisce i pensieri. Alla parete ha appeso la parte anteriore già realizzata di una decina di chitarre. All’interno dell’armadio nel retro, Schmidt ha impilato le tavolette: palissandro indiano e abete. Adagiata sul pavimento c’è lei, la valigia con la sua chitarra, quella che ha costruito per sé. Abbozza un accordo. Il suono vivace, neolatino, riempie la stanza. «Ho fatto il liceo scientifico - racconta -, poi ho lavorato in catena di montaggio, due anni, mettevo due viti ai contatori dell’Enel. Terribile. Pur di non stare più lì, mi sono iscritto alla civica scuola di liuteria di Milano, non sapevo bene cosa fare. Dall’età di 12 anni suonavo, per imitare le rock star del momento. Quando a scuola ho scoperto la chitarra classica ho messo l’altra sotto il letto e non l’ho più toccata neanche con un fiore. Mi sono appassionato a questo mestiere frequentando la scuola. Gli studi durano tre anni più uno di tirocinio, anche se il tirocinio, in realtà, non è mai finito. Ancora adesso, infatti, sono in contatto con il mio maestro Roberto De Miranda. Costruisco soltanto chitarre classiche perché mi piacciono da morire. Ho tante richieste, così posso dedicarmi solo a questo che è ciò che mi gratifica di più». Per farsi conoscere partecipa a mostre e festival. Anche con Mario Gioia e Massimo Cantoro di Lodi ha dei progetti. «Non so come descrivere il suono delle mie chitarre - dice -. C’è chi usa tante parole per farlo. Secondo me non ne vale la pena. È una cosa che si sente e basta. Io faccio chitarre che piacciono a me. La liuteria però non è una scienza esatta. Non ci saranno mai due chitarre uguali tra loro. Io uso attrezzi manuali, solo il trapano, le frese e la sega a nastro sono elettriche». Che emozioni si provano a costruire chitarre?

«A costruirle ci si abitua - ammette Schmidt -. C’è una cosa a cui non ci si abitua mai: è la gioia dei ragazzi che ritirano la loro chitarra. Il mio sogno è lavorare in un piccolo balcone affacciato sul mare, ma adesso va benissimo così. Per me che ho sempre lavorato in posti come garage o nella stanza di casa, stare in viale Rimembranze, anche se non è una via tanto frequentata, sembra già un circo».

In una sola settimana di lavoro a Lodi sono già entrati in bottega e hanno ordinato chitarre 2 persone di Pavia e una di Milano. Mettere il naso in questo angolo di Paradiso lascia addosso la voglia di imparare a suonare una chitarra, per poi farsene costruire una così, da un bottegaio poeta. Di recente Schmidt ha inciso anche un cd “Lascia perdere l’amore”. «Ho conosciuto un produttore - spiega -, io gli ho fatto la chitarra e lui mi ha messo a disposizione la sala di registrazione. Lo desideravo da tempo». Il risultato è stato sorprendente.

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