“Un aiuto per l’Ucraina”: raccolti fondi per oltre centomila euro

Importante traguardo per l’iniziativa promossa da Caritas Diocesana,”Il Cittadino” e Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi

Veronica Scarioni

Ha superato il 100 mila euro la raccolta fondi “Un aiuto per l’Ucraina”, promossa da Caritas Diocesana,”Il Cittadino” e Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, finalizzata a sostenere progetti di accoglienza di persone in fuga dalla guerra in Ucraina, realizzati nel Lodigiano. L’attuale somma è pari a 100.710, costituiti dai 50 mila euro donati come contributo iniziale da Fondazione Cariplo e dalle offerte, pari a 25.355, arrivate da privati cittadini, associazioni e imprese del territorio, raddoppiate da Cariplo.

Aspetto fondamentale di questa raccolta è, infatti, che Fondazione Cariplo ha deciso di raddoppiare ogni donazione, erogandone, di volta in volta, lo stesso importo, fino ad un massimo di 70 mila euro. «In questo momento nel nostro territorio non abbiamo un’emergenza che ci faccia mancare il fiato - spiega il direttore della Caritas Lodigiana, Carlo Bosatra -. Le persone arrivate, note alla prefettura, sono 305; sono state accolte dalla rete che si è creata nel Lodigiano e sono aiutate attraverso contributi statali. Noi, con “Un aiuto per l’Ucraina”, stiamo raccogliendo fondi per l’onda lunga, che ci sarà; perciò, continuiamo con la nostra iniziativa». Il fondo si propone di aiutare laddove non arrivino gli aiuti statali. «Eravamo in attesa di capire che cosa stesse facendo lo Stato, quindi il ministero dell’Interno attraverso la Protezione civile, per aiutare le persone - spiega ancora Carlo Bosatra -; sono da poco uscite delle linee guida quindi laddove non arriveranno certe coperture andremo noi con il fondo. Le persone sul territorio ci sono e man mano che arriveranno leggeremo le richieste e daremo gli aiuti necessari». “Un aiuto per l’Ucraina” si inscrive in quella che è la filosofia di Caritas rispetto all’emergenza in Ucraina, che prevede di raccogliere fondi piuttosto che beni, nel caso specifico per sostenere l’accoglienza nel nostro territorio. «Caritas non ha fatto raccolte di cibo e indumenti, perché attraverso la sua rete le è stato assicurato che c’è un hub a Varsavia che ha sufficienti materiali e cibo per la richiesta del momento - chiarisce Carlo Bosatra -. Quindi non raccogliamo beni perché c’è sufficiente scorta e siamo collettori di offerte in denaro che serviranno quando dovessero diminuire le scorte, per rimpinguarle, o per ricostruire quando sarà finito il conflitto. Poi se le accoglienze dovessero diventare di un certo tipo anche qui in Italia bisognerà stanziare fondi anche per quelle».

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