Uggetti disegna la Lodi del futuro

Nella Lodi del futuro c’è di sicuro l’Università. E ci saranno i suoi 2500 studenti, professori, addetti dell’area tecnica, mentre al posto dei 30 mila metri quadrati di voragine dell’area ex Abb ci saranno palazzi e nuovo parco. Non ci sarà la Fiera di Lodi, «perché bisogna guardare in faccia la realtà e dare nuove risposte: oggi la Fiera è una pagina da superare, sappiamo che non serve più. È già aperto un dossier per il suo riutilizzo». Tra le idee per il futuro, i cantieri aperti, quelli ancora da progettare e le opere già concluse, è il sindaco della città di Lodi, Simone Uggetti, ieri sera alla Festa del Partito Democratico di piazza Castello, intervistato dal direttore de «Il Cittadino» Ferruccio Pallavera, a entrare in uno dei temi più caldi dell’attualità. Anche a fronte dell’ipotesi, avanzata dalla Prefettura, di trasformare i padiglioni in un centro di accoglienza per i migranti e i richiedenti asilo. «La Fiera di Lodi è un’infrastruttura a servizio delle imprese, ma il progetto era forse troppo ambizioso e la crisi ha completato il quadro - ha argomentato il primo cittadino - : abbiamo un dovere umanitario verso profughi e richiedenti asilo, ma siamo per un’accoglienza umana e sostenibile. Pensare a una sistemazione in un’immobile come quello, che può raggiungere all’interno i 45 gradi, non è accoglienza. È una concentrazione disumana. Da parte degli enti locali, non credo che non ci sia voglia di collaborare, ma una mancanza concreta di disponibilità di strutture. E agitare paure, non risolve il problema, bisogna trovare risposte concrete». Criticità a parte, ci sono i progetti in fase di concretizzazione, come quello da 60 milioni dell’Università - apertura prevista nell’anno accademico 2017, con 2500 persone in arrivo e un nuovo collegamento con il sovrappasso - o quello dell’ex Abb, di cui il primo passo sarà il raddoppio ciclopedonale del sottopasso tra via Nino d’Alloro e viale Pavia, con un investimento di 3 milioni di euro, oggi in fase di progettazione. In una città che sta cambiando, sotto molto profili, dagli ingenti cantieri per il teleriscaldamento (investimento privato da 16 milioni di euro), o che in parte è già cambiata, con i casi citati dal sindaco Uggetti dell’apertura del nuovo nido all’Istituto Fanciullezza, la casa del quartiere a San Fereolo, la scuola Jasmine e la scuola Giardino, la nuova piazza dell’Albarola, passata da un progetto di 1,4 milioni di euro a uno di 700 mila euro. Tra le ipotesi sfumate - come quella ricordata dal direttore Pallavera del Museo di Lodi -, la spending review sul funzionamento della macchina comunale, il nodo tasse («su cui siamo riusciti a intervenire al ribasso, seppure in modo lieve»), c’è anche spazio per la politica e per l’ipotesi del rimpasto di giunta. «La nostra è, è stata e sarà sempre una coalizione di centrosinistra civica e allargata - ha chiarito il sindaco -: per una serie di dinamiche e, ritengo eccessive polemiche, si è interrotto il rapporto con una forza politica, che è Sel, ma non vedo perché non accettare il contributo di personalità e forze politiche nuove a servizio dello stesso progetto. Ogni possibilità sarà valutata».

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