Ufficiale medico con i caschi blu e poi radiologo all’ospedale di Lodi: in pensione il dottor Carmine Villani VIDEO

Un professionista che ha lasciato un segno nella sanità territoriale: «Avrei potuto continuare, ma non c’erano più le condizioni»

Cristina Vercellone

Compirà 63 anni tra due giorni il radiologo Carmine Villani. Avrebbe potuto restare ancora in servizio nel reparto del Maggiore «ma non c’erano più le condizioni», dice. Così il primo gennaio, dopo 29 anni tra Lodi e Codogno, è andato in pensione. Conosciuto e apprezzato in città anche per il suo incarico di vice presidente della società Laudense, oltre che medico sportivo, Villani traccia un bilancio del suo operato. «All’ospedale di Lodi - spiega - ci sono buone professionalità, ma mancano dottori. Si lasciano andare via troppo facilmente i medici del territorio che hanno capacità superiori alla media». Il valore aggiunto di un ospedale di provincia è proprio questo, annota, «il valore umano delle relazioni. Le persone ci conoscono e ci chiamano e noi siamo sempre disponibili. Parlo di me e di Matteo Orlandi, sempre pronto e il più preparato lì dentro». I numeri parlano di un’attività importante del reparto a servizio dell’oncologia: «Facciamo dalle 10 alle 15 stadiazioni oncologiche al giorno e valutiamo una quarantina di ictus alla settimana - spiega il medico -. Questa è la nostra attività principale. Siamo tra le province con il più alto numero di tumori. Il nostro servizio di oncologia è un’eccellenza». Prima di approdare a Lodi, Villani è andato in missione per 15 anni con i caschi blu dell’Onu. «Ero capitano medico nell’esercito - spiega -. Ho studiato medicina a Firenze, poi ho lavorato come capitano medico. Sono stato in Somalia nel ’93, durante la guerra civile, in Mozambico e in Kurdistan. è stata un’esperienza umana e professionale incredibile». Una volta tornato, ha iniziato a lavorare a Codogno e poi in radiologia a Lodi. «La radiologia al Maggiore - dice - è sempre stata il reparto trainante, con una professionalità molto alta. Sono contento di aver lavorato qui, sono cresciuto, ho avuto la possibilità di portare cose nuove come la colonscopia virtuale per le persone che non possono sottoporsi alla tradizionale metodologia. All’inizio nessuno ci credeva, invece si è rivelata vincente e si è creato un bel gruppo, siamo diventati uno dei centri di riferimento anche per il Sudmilano. Penso di aver lasciato una bella eredità per l’ospedale, mi dispiace solo che i giovani non siano interessati. Sono contento anche che si sia creato un bel percorso per i pazienti con la dottoressa Piera Leoni e l’endoscopia. Ho trovato un taccuino, nell’armadio, proprio in questi giorni, con i numeri dell’attività tra 2006 e 2008: avevo registrato 300 colonscopie virtuali. L’ho lasciato lì, fa parte dei miei ricordi. Rammento volentieri anche l’arrivo della risonanza magnetica. Fui io a suggerire all’architetto Maurizio Bracchi dove collocarla. Chi è di Lodi ci tiene e si impegna per il suo ospedale». L’ultimo giorno di lavoro Villani è andato a salutare il direttore sanitario, il dottor Paolo Bernocchi: «Rappresenta - dice - una delle poche persone che sono lì da tanti anni e che fa parte della nostra generazione».

LODI Il radiologo Carmine Villani in pensione. Video di Cristina Vercellone

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