Truffe del “mago Candido”, condanna definitiva per il commercialista Riboldi di Codogno

LA SENTENZA Tre anni e 4 mesi di reclusione per l’accusa di reimpiego di denaro di provenienza illecita

Diventa definitiva la condanna a tre anni e 4 mesi di reclusione, per l’accusa di reimpiego di denaro di provenienza illecita, per Vittorio Riboldi, commercialista di Codogno, 63 anni, che anche per la Cassazione è responsabile di aver impegnato in investimenti immobiliari 352.100 euro messi a disposizione da V. M., figlia del “mago Candido” di Castelgerundo, allo scopo di destinare ad attività lecite quello che per la Giustizia era il provento di decine di truffe aggravate messe a segno dal cartomante in concorso con i propri familiari.

Dal marzo del 2015 al luglio del 2018 Riboldi, non come commercialista ma in quanto amministratore della società Le Sibille Srl, aveva fatto acquistare alla Srl un casale a Ponzone (Alessandria) all’asta giudiziaria, una villetta a Meleti in via Marconi, un’auto Jaguar F-Pace e immobili per 115mila euro in via Roma a Camairago. La società era poi stata rilevata dalla stessa V. M., che secondo l’accusa aveva materialmente finanziato la stessa Srl negli anni in cui venivano effettuati gli acquisti. Secondo la Finanza, le tempistiche dei passaggi di denaro e quote erano indicative.

Il commercialista si è sempre difeso sostenendo di aver compiuto operazioni trasparenti e tracciate, per quella che era una famiglia di imprenditori anche televisivamente noti, senza altre implicazioni in quanto la cartomanzia è attività lecita, con tanto di codice Ateco. E per questo aveva scelto di difendersi nel processo, con rito ordinario.

Secondo l’accusa, che nel filone principale del processo aveva visto R. M., il “mago Candido”, patteggiare nel 2021 4 anni e 4 mesi e la figlia V. M. 3 anni e 6 mesi, anche per autoriciclaggio, il cartomante e i suoi familiari avrebbero invece concorso nel truffare 85 persone facendo loro temere «mali immaginari» e «pericoli» allo scopo di indurle a pagare riti personalizzati e molto costosi. Le sole tre parti civili costituite lamentavano un danno di oltre 100mila euro.

Le sentenze di primo grado, a Lodi due anni fa, e di appello, a novembre 2024, avevano ritenuto Riboldi «consapevole della provenienza delittuosa delle somme ricevute» dalla figlia del “mago Candido” in forza di una conoscenza ventennale con quella famiglia e anche del fatto che un suo studio fosse in un immobile di Codogno di proprietà di un’immobiliare di cui era socio il cartomante. E per il reato di “reimpiego”, annota la Suprema corte, è sufficiente il dolo generico. Riboldi, dopo la sentenza di appello, in ossequio alla “legge Severino” si era dimesso da consigliere comunale a Codogno dove nel 2021 era stato eletto per Forza Italia, in precedenza era stato assessore comunale all’urbanistica. Dopo una parentesi in “Azione”, nel marzo scorso aveva partecipato al congresso di Forza Italia

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