Truffa del benzinaio, indagati tre dipendenti del Comune di Lodi

Concorso in truffa ai danni di ente pubblico: per questa ipotesi al momento risultano indagati tre dipendenti del Comune di Lodi, negli sviluppi dell’indagine sul titolare di un distributore di benzina alle porte di Lodi, abilitato alla convenzione Consip per gli enti pubblici, che dal 2010 al settembre scorso avrebbe addebitato migliaia di rifornimenti due o anche tre volte.

I numeri delle contestazioni fanno impressione: circa 130mila litri in più tra gasolio e benzina fatti pagare a diversi enti pubblici (8 i clienti istituzionali, assieme a 68 ditte private), compreso il Comune di Lodi che lamenta un danno dell’ordine di 80mila euro ma limitatamente all’ultimo anno. Carburanti che secondo la Finanza in realtà rimanevano nelle cisterne e venivano poi rivenduti in nero a ignari automobilisti, in contanti. In questo modo il benzinaio incassava dal pubblico per carburanti che non erogava, ma pagandoci le cospicue tasse, e dal privato ancora la stessa somma, intascandola al netto e fuori da ogni contabilità. Chiave della contestata truffa le carte carburante, un sistema simile al bancomat: secondo la Compagnia di Lodi della guardia di finanza, guidata dal capitano Domenico Lamarta, il benzinaio indagato strisciava la carta non una volta, come necessario, ma due o anche tre, moltiplicando quindi i pagamenti che poi Erg richiedeva agli enti pubblici. Ma per usare la carta carburante serve, a ogni operazione, anche il codice segreto pin. «Io a quel distributore ci andavo - racconta un dipendente pubblico che non è tra quelli indagati -, il benzinaio era lì da anni e ispirava la massima fiducia, ma io il pin non gliel’ho mai dato, è buon senso». Anche perché la Corte dei conti in caso di sperperi di denaro pubblico per dolo o colpa grave ne chiede il rimborso ai responsabili.

Dopo che nel novembre scorso G.S., 40 anni, legale rappresentante della pompa di benzina, è stato mandato in carcere, decine di dipendenti di comuni e altri enti sono stati torchiati dalla Finanza. Solo per tre di loro al momento il pm Laura Siani sospetta il dolo, cioè una consapevolezza di un reato ai danni del Broletto, ed è anche da chiarire se e quale vantaggio ne traessero. Al comando provinciale della Finanza di Lodi guidato dal colonnello Massimo Benassi si sono anche stupiti per il fatto che spesso non venisse annotato quali dipendenti, giorno per giorno, usassero i veicoli. Il benzinaio ha ottenuto la scarcerazione poco prima di Natale e sostiene che in realtà le doppie strisciate avvenivano solo per recuperare pagamenti non effettuati in precedenza perché gli autisti non avevano la carta con sé. Anche un suo parente inoltre risulta indagato, a piede libero.

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