Tre marocchini sono ancora latitanti

Gli stranieri potrebbero anche essere all’estero

All’appello mancano ancora tre marocchini. Gli agenti della questura di Lodi sono andati nel Sudmilano martedì mattina per arrestarli, nell’ambito nella maxi operazione che ha sgominato un vasto giro di spaccio di droga fra Lodi e le campagne vicino a Sant’Angelo Lodigiano e Melegnano. Ma non li hanno trovati, né in casa né negli altri luoghi che gli stranieri sono soliti frequentare. Attualmente sono ricercati, sia in Italia che all’estero: fra le ipotesi, infatti, c’è che siano andati in Egitto, magari in attesa che le acque si saranno un po’ calmate.

L’indagine della squadra mobile aveva convinto la procura di Lodi ad emettere 13 misure di custodia cautelare, dieci in carcere e tre con obbligo di dimora nel comune di residenza. In carcere sarebbero dovuti finire tre italiani, un tunisino e sei marocchini, questi ultimi responsabili (secondo quanto ricostruito durante le indagini della questura) dello spaccio nei campi. Gli italiani, invece, erano diventati nel corso dei mesi i principali spacciatori di cocaina a Lodi. Si tratta di A.F. di 29 anni, S.M. di 19 e C.B. di 20, a cui si aggiunge anche il tunisino A.R. di 33 anni. Attualmente loro si trovano tutti in cella. Nelle ultime ore sono emersi anche nuovi particolari sulle loro attività illecite. Spacciavano infatti davanti ai bar, sempre diversi, sia del centro che della periferia, ma consegnavano la droga anche a domicilio. Ciascuno di loro aveva fino a venti clienti, mentre C.B., che vendeva soprattutto marijuana e hascisc ai ragazzi più giovani, aveva moltissimi clienti in città.

Gli agenti, seguendo questi nei loro “pellegrinaggi” verso i campi del Lodigiano, hanno individuato i luoghi in cui si rifornivano di droga, in particolare fra Sant’Angelo e Villanova e fra Melegnano e Mulazzano. Questo era il “territorio” dei marocchini, che nessun altra banda poteva invadere o occupare. Da una parte quindi c’erano D.A. di 27 anni (a casa sua gli agenti hanno trovato circa 5mila euro in contanti, frutto dello spaccio avvenuto la sera prima) e E.Y. di 20 anni, dall’altra F.A. di 43 anni, F.Y. di 26, E.R.M. di 21 e E.A.A. di 24. Tre di loro, però, non sono ancora stati rintracciati e si trovano quindi in libertà. La questura al momento non vuole far sapere chi siano i latitanti, perché teme che possano tornare a spacciare nelle stesse zone già individuate e che qualche cliente, per proteggerli, possa avvisarli e metterli in guardia. Le indagini quindi proseguono.

Davide Cagnola

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