
«Sono stati tre anni di sofferenza e agonia», perché dopo il terribile incidente Antonino Franchina non si è più ripreso. Lo storico direttore delle poste lodigiane, quando non esisteva ancora la sede di via Fascetti e gli uffici centrali si trovavano in via Volturno a Lodi, si è spento sabato mattina dopo un lungo calvario. Ormai da tempo era ricoverato presso la casa di riposo Santa Chiara, dove tutti si prendevano cura di lui, ma da una settimana le sue condizioni si erano aggravate.
Il 76enne fu coinvolto in un terribile incidente il 21 ottobre del 2008, quando fu falciato da un’automobile mentre attraversava le strisce pedonali in sella alla sua bicicletta a San Martino, ai piedi del cavalcavia tra la via Emilia e la strada provinciale 186. Secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri, il conducente, un pensionato lodigiano a bordo di una Mercedes Classe S, non si sarebbe accorto in tempo del ciclista. L’impatto fu così violento da spingere l’anziano a metri di distanza dalle strisce pedonali e infrangere il parabrezza della macchina.
«Sono stati tre anni terribili - racconta la famiglia, addolorata per la perdita -, subito dopo lo schianto papà ha riportato dei danni cerebrali, per due mesi è stato ricoverato a Cremona, in coma. Da novembre ad aprile è stato portato a Sant’Angelo, da aprile a marzo a San Colombano e poi è arrivato a Santa Chiara, dove è stato accudito nel migliore dei modi da tutti, medici, infermieri e ausiliari, ci sentiamo di ringraziarli insieme al prezioso aiuto del dottor Arsenio Pandolfo. La casa di riposo ci ha risolto tanti problemi, per tutti noi questo è stato un periodo di grande sofferenza, anche perché papà era in parte paralizzato e non sempre cosciente». I parenti precisano che con il loro sfogo non hanno intenzione di accusare nessuno, «c’è ancora una causa in corso, il dolore però è stato tanto».
Il signor Franchina era una persona molto conosciuta in città, soprattutto per il suo lavoro; non era raro, in questi anni, trovare in reparto i dipendenti delle Poste e i vecchi colleghi sopraggiunti per una visita. Era andato in pensione nel 2000. La sua casa si trovava nel quartiere di San Fereolo, era nato a Messina ma ormai da quarant’anni aveva scelto di vivere nel Lodigiano.
«È stato uno splendida persona», ricorda la famiglia. «Un uomo intelligente e umile - aggiunge il genero, Gennaro -, affettuoso e in grado di capire le persone che aveva di fronte. Sono contento di averlo incontrato».
Il funerale sarà celebrato questa mattina alle 10.30 presso la chiesa di San Fereolo, la salma sarà poi portata al cimitero di Riolo.
«Ha lasciato un grande vuoto», commentano i parenti con le lacrime agli occhi, nella camera mortuaria della casa di riposo.
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