
La riforma del trasporto pubblico locale di Regione Lombardia prevede l’istituzione di un bacino che assieme a Lodi comprenderà anche Pavia, Milano e Monza: lo ha deciso ieri la quinta commissione del consiglio regionale, modificando il testo originario proposto dalla giunta che prevedeva invece sette bacini. I bacini potranno comunque aggregarsi fra loro mediante deliberazione delle Province e dei Comuni capoluogo di provincia interessati e previo parere favorevole della giunta regionale, ma l’aggregazione così come ora è stata definita, all'esito del vaglio della commissione, viene salutata in modo positivo dal consigliere regionale lodigiano Fabrizio Santantonio (Pd): «Con Pavia abbiamo già in comune l'azienda di trasporto e a Milano siamo storicamente legati per infrastrutture e per il traffico di lavoro e studio. Questa suddivisione in bacini non significa che ci saranno gare uniche per tutto il territorio, ma che si potranno fare programmazioni su più ampia scala, con risparmi di costi e progetti più ambiziosi nell’ottica della mobilità sostenibile. Inoltre sarà garantita un’effettiva codecisione tra Milano e le altre province». Il Pd, che rivendica di aver ottenuto l’accoglimento di molti dei suoi emendamenti ma che poi si è astenuto sul testo finale, puntava a suddividere tutta la Lombardia in tre soli bacini. La giunta di Roberto Formigoni aveva presentato nel giugno scorso il disegno di legge sottolineando che si punta a migliorare il servizio senza impegnare maggiori risorse pubbliche: «Abbiamo preferito migliorare la qualità, chiedendo anche la compartecipazione dei cittadini», così aveva rilevato il presidente alla presentazione della proposta di legge.
Il consigliere Santantonio si augura che «il provvedimento abbia ricadute positive sulla vita dei pendolari» e sottolinea che «per la prima volta si introduce un cambiamento nel modello dei trasporti affermatosi in Lombardia, che era incentrato sui mezzi privati e sulla gomma». Santantonio sottolinea che la nuova legge, dal 27 al vaglio del consiglio regionale, prevede un ruolo centrale, per l'intermodalità, delle stazioni, e anche una migliore integrazione tariffaria, auspicando inoltre che «si inizi a ragionare su un “sistema dei trasporti del Lodigiano”».
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