Telecamere a Lodi, 4 anni di attesa

Serviranno altri 40mila euro per completare il progetto della videosorveglianza in città. A distanza di quattro anni dal primo bando alcuni impianti infatti non sono ancora interamente collegati. “Intoppi burocratici” hanno allungato i tempi e ora palazzo Broletto è costretto a rivedere in parte il piano delle installazioni e della rete. Per mettere a punto il sistema, che è molto utile per le attività di accertamento e di indagine delle forze dell’ordine, la giunta ha approvato una perizia di variante.

«I 34 apparati sono tutti installati e sono visibili dalla centrale operativa del comando di polizia locale – informa l’assessore Simone Piacentini – mancava il collegamento per 4/5 telecamere ai monitor delle altre forze dell’ordine. Per questo abbiamo previsto delle modifiche al piano iniziale e alle antenne di rete. Lo stanziamento c’è già e contiamo di fare i lavori nel corso del 2016».

Il bando risale a inizio 2011. La gara era stata promossa dall’amministrazione Guerini, dopo aver ottenuto un maxi finanziamento dal ministero dell’Interno (1.050.000 euro), quando a guidarlo c’era l’esponente leghista e attuale governatore lombardo, Roberto Maroni. Gli interventi avevano previsto la posa di tutta una serie di tecnologie, per garantire maggiore sorveglianza nella città del Barbarossa. La procedura però era andata incontro a un iter travagliato. Alla fine l’incarico era stato aggiudicato alla Dab sistemi integrati di Roma, che aveva terminato il cantiere, ma per rendere operativo il sistema servivano delle antenne da collocare su edifici molto alti, tra cui campanili e immobili di pregio. In questo caso il Comune ha incontrato l’opposizione di alcune delle proprietà. Inoltre erano emerse difficoltà tecniche. «Una delle antenne doveva essere posizionata sull’edificio della questura, ma per ragioni di tenuta del carico si è scelto di spostare l’apparato sul torrione, che serve come punto di rilancio – aggiunge Piacentini –; c’è stato anche un vincolo della Soprintendenza ai beni architettonici che a distanza di moltissimi giorni ci ha chiesto di utilizzare antenne più ridotte e meno impattanti, in particolare sul duomo e altri edifici per il culto».

Il modello in futuro funzionerà in questo modo: l’antenna di San Bernardo punterà e trasmetterà i dati verso il duomo, mentre quella di San Fereolo spedirà i dati verso un’antenna collocata nell’area dell’ex Consorzio agrario, mentre dal duomo le immagini transiteranno verso il torrione e viaggeranno verso le centrali operative. Per quanto riguarda la zona di San Gualtero sarà utilizzata la fibra ottica per raggiungere il comando dei vigili di via Cadamosto. La Dab ha già presentato una relazione dettagliata dei correttivi necessari per rendere completamente utilizzabili le antenne. Su questo aspetto c’erano state anche delle sollecitazioni da parte di alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine per rendere operativi gli impianti. «Negli anni abbiamo fatto diversi lavori per sistemare i lettori delle targhe e altre telecamere, tanto che i sistemi sono stati utili nelle verifiche di diversi episodi», conclude Piacentini.

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