
Si chiamano Lella, Lorenzo, Carlo, Massimo e Alessandro, il cognome non è necessario. Per riconoscerli, infatti, è sufficiente dare una sbirciatina dietro il “coppino” o sotto la manica della maglietta: se è presente uno stemma cittadino colorato di giallo e di rosso, si tratterà certamente di uno di loro, di chi in particolare è difficile capire. Perchè Lella, Lorenzo, Carlo, Massimo e Alessandro sono praticamente una cosa sola, un gruppo di amici tanto affiatati da essersi fatti tutti lo stesso tatuaggio: la croce rossa su sfondo giallo che fa da stemma alla città di Lodi, con tanto di rami d’alloro e corona in testa. «L’idea è nata durante una partita dell’Amatori - racconta Lella, tifosa giallorossa, classe 1984 - , facciamo tutti parte della curva. A pensarci per primi sono stati Massimo e Alessandro, ma l’idea è piaciuta subito anche agli altri: siamo molto attaccati alla nostra città, la amiamo e la ameremo per sempre». Sarà meglio, visto che la “dichiarazione d’amore” le resterà per sempre incisa sulla pelle, a ricordarle giorno per giorno l’esistenza di un duplice legame: quello con la città e quello con chi porta il suo stesso tatuaggio, marchio distintivo di un’amicizia nata e cresciuta all’ombra del Torrione. O lungo le rive dell’Adda, nei pressi del ponte vecchio che uno dei cinque ragazzi ha deciso di tatuarsi accanto allo stemma. Un altro invece ha già provveduto a ribadire con la china il suo senso di appartenenza: la torre del vecchio castello gli svetta ora sul petto in corrispondenza del cuore. I restanti tre (per il momento) si sono accontentati dello stemma, identico per tutti ma collocato in diverse posizioni: sul polpaccio, dietro la nuca, nel sottobraccio. Fra i cinque Lella è la più giovane e lavora al bar del parco Belgiardino; Alessandro e Massimo, invece, fanno gli elettricisti, Carlo è assunto in una ditta di imballaggi, Lorenzo in quella di famiglia. Si aggirano tutti sulla trentina. «Qualcuno di noi ha anche altri piccoli tatuaggi - dicono - ma di certo non siamo dei patiti. Esserci tatuati lo stemma della città non è stata una scelta qualsiasi, ma una cosa che per noi ha un significato profondo: rappresenta il nostro attaccamento a Lodi, ai suoi luoghi e alla sua gente». E se qualcuno provasse a chiedere loro di specificare meglio le ragioni di questo amore incondizionato, non otterrebbe risposte più precise, prova evidente che si tratta di un sentimento sincero e viscerale. Non una questione di testa insomma, ma di cuore e di pelle. E cosa accadrebbe se un giorno, in un futuro remoto, per qualche genere di sciagura, l’essere lodigiano diventasse un marchio da nascondere anziché da esibire? «Impossibile - rispondono - noi non ci vergogneremo mai di essere lodigiani, in questa città siamo nati e ci ritroviamo ogni giorno. Qualunque cosa accada, non la lasceremo mai, perché anche se vai altrove, alla fine, “l’è mai cùme vés a Lòd”».
Silvia Canevara
Flora Tumminello
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