
Inutile dirlo. Se nel 2016 la Tasi dovesse sparire, i lodigiani festeggerebbero. Perché l’anno scorso tra Tasi e Tari la batosta è stata rilevante a Lodi città. In particolare una famiglia composta da due adulti e un figlio di dieci anni, con un reddito di 35mila euro e Isee di 28mila euro, ha pagato in media 161 euro di Tasi. Nel caso, invece, di una famiglia di tre persone con un reddito lordo complessivo di 44.200 euro e una casa di proprietà la spesa è stata di 253 euro. I dati sono stati pubblicati in questi giorni dal «Sole 24 Ore», che li ha elaborati con l’aiuto del Caf Acli e di Cittadinanzattiva.
Le notizie che giungono da Roma non chiariscono nel dettaglio quale sarà il pacchetto “taglia tasse” del governo. L’unica notizia certa è la promessa dell’abolizione della Tasi, la tassa sui servizi indivisibili, le cui aliquote sono stabilite dai Comuni. In questo caso, i municipi rischiano di perdere un’altra entrata, dopo aver rinunciato all’Imu sulla prima casa. In realtà, le amministrazioni dovrebbero ricevere una compensazione, affinché la sforbiciata non pesi sulle loro casse. L’eliminazione della Tasi vale in totale 3,4 miliardi, mentre la precedente manovra sull’Imu si aggirava attorno ai 3,9 miliardi.
Se l’anno prossimo il Governo dovesse abolire la Tasi sulla prima casa, i cittadini di Lodi risparmierebbero in media 173 euro. Si tratta di una simulazione elaborata dal servizio politiche territoriali della Uil, effettuata nei 106 capoluoghi. Un sollievo per i 25,7 milioni di proprietari di prima casa in Italia, che a livello nazionale si tradurrebbe in uno sgravio medio di circa 180 euro all’anno, un importo che sale a 230 per i capoluoghi. Il segretario provinciale della Uil, Santo Bolognesi, spiega qual è la posizione ufficiale del sindacato rispetto all’eventuale taglio delle imposte, specificata anche all’interno del dossier: «È vitale garantire la totale copertura finanziaria per evitare che si ripeta ciò che gli italiani hanno vissuto in questi anni e cioè che si cambi il nome ma non la sostanza, oppure che i Comuni, consenzienti o inconsapevoli, aumentino per bilanciare le minori entrate altre imposte e tasse locali a iniziare dell’Irpef comunale, che pesa soprattutto sui lavoratori e pensionati, oppure taglino servizi essenziali. Prima di parlare di abbassare altre tasse, il Governo si preoccupi di trovare, subito, le coperture per 12,6 miliardi di euro per l’anno prossimo al fine di evitare gli aumenti dell’Iva e delle accise, che peserebbero molto e di più dell’abolizione della Tasi, soprattutto per le famiglie a basso reddito».
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