Tamponi rapidi dai medici di base, ecco chi potrà sottoporsi al test

Regione Lombardia e associazioni di categoria hanno condiviso le linee di indirizzo: ma solo un medico su quattro è disposto ad effettuarli

Casi sospetti, contatti stretti e uscita dalla quarantena: per queste categorie via libera ai tamponi antigenici rapidi direttamente nello studio del medico di medicina generale. Regione Lombardia e associazioni di categoria dopo settimane di polemiche hanno condiviso le linee d’indirizzo che sono state approvate dalla giunta regionale. L’obiettivo è ridurre il carico di lavoro (spesso burocratico) in capo ad Ats e snellire le procedure, per contenere il diffondersi del virus ma anche per evitare che casi lievi possano trasformarsi in casi gravi, con ricadute sulle strutture ospedaliere. I test rapidi possono essere eseguiti solo su prenotazione e dopo il triage telefonico, e solo in alcuni casi specifici, con una precisa individuazione. Potranno fare il test rapido i contatti stretti asintomatici individuati dal medico di base stesso oppure segnalati dal Dipartimento di prevenzione dell’Ats, i casi sospetti che il medico di base in attività ambulatoriale o domiciliare ritiene di sottoporre a questo approfondimento, i contratti stretti asintomatici allo scadere dei 10 giorni di isolamento fiduciario, identificati in base a una programmazione Ats preventivamente concordata.

Secondo le ultime rilevazioni, in Lombardia solo un medico su quattro avrebbe dato disponibilità all’effettuazione dei tamponi rapidi nel proprio studio.

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