Studenti “delusi”:

il rischio del banale

sui temi di maturità

Parlare di destra e sinistra nella politica italiana era rischioso; la storia del secolo breve e la ricerca di Enrico Fermi sfuggivano ai più; meglio ragionare sull’alimentazione, dissertare della celebrità secondo le indicazioni di Andy Warhol o discutere l’argomento dell’odio e dell’amore. Questo il pensiero dei giovani lodigiani che ieri hanno affrontato la prima prova di maturità. I loro giudizi sui temi forniti sono discordi: facili, dicono i più, ma il rischio è di cadere nella banalità. «Per evitare problemi ho preferito puntare sull’analisi del testo - racconta Laila Olcelli della quinta A del Gandini -. Ungaretti mi piace e credo di aver fatto un buon lavoro». L’analisi del testo, d’altronde, per chi come Laila ama la letteratura, è sempre un’alternativa efficace. «Io ho puntato sull’amore. Il saggio breve era incentrato su questo. Secondo me il giusto equilibrio tra amore e odio genera la passione, che, per esempio, si sviluppa nell’arte e nella letteratura». A formulare questa tesi è Vera D’Abrosca, che, uscendo dal Gandini, si è fermata coi suoi compagni per confrontarsi e riconoscere che, come al solito, le previsioni sono state smentite.

Tutti, almeno per curiosità, sono andati a guardare su Internet: si parlava della beatificazione del Papa o della tragedia giapponese, di Manzoni o di Pascoli. «Ci aspettavamo una traccia sul 150esimo dell’Unità d’Italia - spiega anche Mattia Pettinari della quinta A Igea del Bassi -, ma tanto non l’avrei scelto comunque. Ho puntato sul tema di attualità, una traccia molto aperta». L’ultimo titolo, infatti, partiva da una celebre frase di Andy Warhol (“Nel futuro, ognuno sarà famoso per 15 minuti”) per affrontare il tema della celebrità. «Reality show, Internet, davvero la fama è alla portata di tutti» continua Mattia, e così la pensano anche alcuni coetanei dell’Itis Volta, dove questa traccia ha avuto un grande successo. «Io l’ho scelto per esclusione - spiega Francesco Scerra, studente di elettrotecnica -: era quello più libero, così come quello sull’alimentazione, che forniva diversi spunti interessanti».

Bisognava saperli cogliere, questi spunti, e in molti ci hanno provato. Per esempio, una sua compagna dell’Itis, Elena Bianchi, ha tentato di collegarlo con la psicologia e la società, anche se ammette che «qui non facciamo nemmeno un’ora di psicologia; ho dovuto puntare sulle mie conoscenze personali».

Anche al liceo classico l’alimentazione ha trovato molto riscontro: «C’erano tante cose da dire; è un argomento che influenza la vita di tutti» racconta Luca Vestita, di terza B, che poi confessa: «I professori ci hanno sconsigliato il saggio artistico-letterario e il tema di attualità, non era facile renderli originali».

Evitato accuratamente è stato il tema di carattere scientifico, su Enrico Fermi, così come quello politico. “Destra e sinistra”, con testi di Norberto Bobbio e Marcello Veneziani, dava spazio a riflessioni sull’attualità, sugli ultimi referendum ma anche sulla disaffezione nei confronti della politica delle ideologie. «Troppo difficile, così come quello storico sugli anni ‘70 - dice Alessandro Cappo, del Gandini -. Boom economico e terrorismo: bisognava aver studiato, ma noi quel periodo non l’abbiamo mai trattato a scuola». Alessandro, domani, punta ai 15 quindicesimi nella prova di matematica; alcuni hanno il libro in borsa per studiare informatica o economia, mentre altri sono semplicemente nel panico. Una versione di Tacito incombe come un piccolo incubo sugli studenti del Verri, che sperano in Seneca o Quintiliano.

Il più tranquillo è Luca Vestita, per il quale mettersi a studiare oggi pomeriggio o stanotte è inutile: «Bisognava pensarci prima. Adesso l’importante è restare concentrati e non pensare alle vacanze». D’altronde, quali che siano i sentimenti che ognuno prova, gli esami sono appena iniziati e il mare è ancora un miraggio.

Federico Gaudenzi

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