Streptococco: boom di casi con i pediatri sotto pressione, ma nel Lodigiano c’è carenza di antibiotici

La dottoressa Minoia: «È un momento un po’ critico, speravo di vedere la fine del tunnel, ma ancora non si vede»

Boom di casi di streptococco e intanto mancano gli antibiotici. Da mesi gli ambulatori dei pediatri sono sotto pressione per l’infezione da streptococco. «Siamo stati per mesi con le mascherine - spiega la pediatra di Tavazzano Maria Grazia Minoia - e adesso il sistema immunitario è in crisi. Tanti casi così di streptococco tutti insieme hanno aumentato in modo esponenziale la domanda di antibiotici, per questo è difficile trovarli». La dottoressa Minoia e i suoi colleghi pediatri hanno aderito a un progetto di Ats. «Facciamo tamponi nel nostro ambulatorio a tutti i casi sospetti - dice -, non ce ne sfugge uno. Abbiamo tante forme che recidivano anche dopo un trattamento ben fatto. Ci sono bambini che si ammalano 2, 3 volte anche. A questo tema si aggiunge la carenza di antibiotici. È un problema. Io, in genere, chiamo sempre la farmacia per vedere che tipo di antibiotico ha in casa e quante scatole, anche perché la terapia,. secondo le linee terapeutiche dell’infettivologia, deve durare 10 giorni, quindi serve più di un flacone. È un momento un po’ critico, speravo di vedere la fine del tunnel, ma ancora non si vede. Oggi, per esempio, ho fatto 7 tamponi, 6 erano positivi». Le scarlattine vere e proprie, generate proprio dallo streptococco, sono diminuite, persistono, invece, le forme con un po’ di febbre lieve e mal di gola. «L’Ats - spiega la pediatra - ha messo a disposizione i tamponi, procediamo a tappeto. Negli ultimi 3 mesi ho sottoposto a tampone 130 bambini, oltre il 70 per cento era positivo. L’importante è effettuare il test a distanza di 2 o 3 giorni dai sintomi, per non avere i falsi negativi. La diagnosi è veloce e dalla rete delle farmacie del territorio c’è una grossa collaborazione. Il problema va affrontato bene per evitare complicanze di tipo nefrologico e cardiologico».

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