Sostegno affitti, Roma chiude la porta

«La politica statale della casa è finita. Dal 2012 lo Stato si sfila completamente dal fondo sostegno affitti regionale. Nasce il concetto di “disagio leggero” che confina l’aiuto pubblico alle situazioni realmente drammatiche». La nuova cupa previsione sulle politiche sociali in Lombardia arriva da Cisl, Sicet e Fnp regionali. Ieri il sindacato di via Tadino a Milano ha anticipato i dati di uno studio secondo il quali settembre segnerà il crollo delle domande accettabili dalle graduatorie per i contributi affitto. Preannunciata dalla sostituzione di nome - da Fondo sostegno affitti a Fondo sostegno disagio acuto - la cura da cavallo è pronta a colpire, a Lodi come dappertutto. Cinquantamila famiglie non avranno più un soldo dal Pirellone (o da Roma via Milano) per versare il mensile. La loro situazione reddituale sarà considerata sufficiente, giacchè con il passaggio alla categoria del «fondo disagio acuto» il limite Isee delle graduatorie scende da 12mila a 4mila euro. Bassissimo: vicino al reddito zero. La situazione è completata, “a tenaglia”, dalle pesantissime forbici del bilancio statale sulle politiche della casa. Lo Stato fra 2011 e 2012 ha tagliato il 93 per cento della sua parte, da 23 a 1,6 milioni per gli affitti. Regione e comuni resistono in trincea con 10,4 milioni regionali (meno sette) e 4,8 comunali (meno due). Diventerà difficilissimo avere un sostegno per i pensionati, singoli o in coppia, che hanno la risorsa dell’assegno Inps mensile. Poi per i single, anche giovani, sia per la composizione monopersona del loro nucleo familiare sia per il «coefficiente di equivalenza» applicato nella determinazione dell’Ise. «Possiamo capire e discutere le politiche di rigore e le correzioni dure - hanno detto ieri i referenti delle sigle sindacali - ma ridurre del 93 per cento da un anno all’altro la quota pubblica, intendiamo statale, vuol dire passare da tutto a niente. È quello che sta accadendo, e mette in seria difficoltà migliaia di persone cominciando dagli anziani». «Riteniamo che per l’anno in corso saranno accolte non più del venti per cento delle richieste di sostegno - così si sono espressi Ugo Duci, segretario regionale Cisl, con Pierluigi Rancati (Sicet) e Tino Fumagalli (Fnp) - passando da 65mila a 14mila valide. Nel 2013 non sappiamo cosa accadrà, per la semplice ragione che non si sa quanto e se il ministero dell’economia sarà in grado di garantire del 7 per cento restante». Per il Lodigiano la proiezione è la seguente. A Lodi città esiste “spazio” per circa 120 domande con i requisiti in regola su circa 500 attese. Per la provincia senza capoluogo rientrerebbero nei parametri attorno alle 300-350 domande su 1100-1150 previste; totale provinciale (Lodi + territorio) 420 domande che rispettano le nuove regole su 1500-1600 attese. Quelle escluse saranno non meno di mille. I dati dell’area sudmilanese (soprattutto Melegnano e San Giuliano Milanese, comune quest’ultimo con 50 sfratti esecutivi all’anno ed affitti non inferiori a 500 euro) sono inglobati nel dato generale dell’area provinciale milanese, che presenta una stima di 3500 domande “buone” su un’aspettativa di 19mila. Il fondo affitti, che eroga in media 1200 euro annui a famiglia, diventerà una chimera per due terzi.

Emanuele Dolcini

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