Sos Incoronata,

Maggi propone

il biglietto d’ingresso

Prima di tutto il restauro. Poi un orario più elastico delle visite. Successivamente, l’Incoronata si merita una promozione turistica coi fiocchi. È ciò che pensano i candidati sindaci, alcuni dei quali farebbero pagare un biglietto d’ingresso ai visitatori. Oggi questo gioiello ha problemi di infiltrazioni e umidità che minacciano gli affreschi.

Carlo Gendarini invoca un recupero totale e realistico: «La situazione si può risolvere in via definitiva con una programmazione pluriennale, sia per la complessità degli interventi sia per le necessità economiche importanti che essi richiedono. Siamo contrari a introdurre un biglietto di ingresso: il rapporto tra costi e benefici di una misura di questo tipo non sarebbe positivo. Siamo invece favorevoli a coinvolgere, come è già stato fatto, sponsor privati e Fondazioni o ad attivare modalità nuove come il crowdfunding civico. L’amministrazione, se sarà sotto la mia guida, sarà pronta a fare la sua parte e si farà carico di coinvolgere Regione e ministero dei Beni e delle Attività Culturali». Diversa l’opinione di Lorenzo Maggi: «La vecchia amministrazione si è dimostrata quasi del tutto indifferente e ha risposto con interventi a dir poco superficiali. Per sopperire a questa mancanza stiamo valutando alcune possibilità, quali l’affiancamento di una società privata, introdotta tramite un bando, nella gestione di questo patrimonio artistico. Altra soluzione potrebbe essere l’eventuale pagamento di un biglietto, in grado di generare entrate utili al risanamento».

Sara Casanova pensa che l’attenzione nei confronti della cattedrale vegetale non possa mettere in secondo piano il resto del patrimonio artistico: «Lascia increduli come le amministrazioni precedenti lo abbiano trascurato e bistrattato. Ci impegniamo già da oggi ad andare alla ricerca di fondi, bandi e altre risorse per i restauri. Fin da subito ripenseremo a un piano per il turismo in cui l’Incoronata deve essere una delle maggiori attrazioni della città, inserendola in percorsi artistici, che comprendano pure la cattedrale vegetale. L’Incoronata ha potenzialità immense per attrarre turisti anche da fuori Italia». Giuliana Cominetti ritiene che un intervento sia prioritario per un’amministrazione, anche con il coinvolgimento di privati: «Sulla possibilità di un biglietto d’ingresso credo che la decisione debba essere presa in modo trasversale e aperto, valutando diversi aspetti».

Stefano Caserini crede sia ovvio «fare tutto il necessario per salvaguardare uno dei più prestigiosi capolavori artistici, quindi i lavori necessari vanno fatti con urgenza. Siamo contrari all’introduzione di un biglietto d’ingresso; se passasse il principio che per mantenere il patrimonio della città bisogna pagare il biglietto finiremmo per pagare l’ingresso anche in piazza Vittoria. L’Incoronata sarà una delle mete del percorso attraverso i luoghi della cultura che 110&Lodi ha organizzato per sabato 20 maggio, alle 18».

Massimo Casiraghi dichiara: «Siamo in contatto con un restauratore che in passato si è occupato della ristrutturazione della sacrestia, siamo così riusciti a ricostruire un quadro preliminare degli interventi necessari alla conservazione dell’immenso patrimonio artistico minacciato dalle infiltrazioni e dall’umidità. Sarà poi necessario creare un progetto che parta banalmente da un’estensione degli orari di apertura. In secondo luogo predisporremo un piano turistico che raccolga tutti i patrimoni cittadini e provvederemo a sponsorizzarli opportunamente, cosa che è completamente mancata in questi decenni di governo targato Pd».

Infine, per Lodi al centro di Luca Scotti, interviene il candidato Mario Vergottini, che definisce ingiustificabile un simile stato di conservazione. Dal suo punto di vista il Comune dovrebbe prendersi cura dell’Incoronata e sponsorizzarla, senza introdurre un biglietto che significherebbe «musealizzare, ibernare una chiesa ancora viva e pulsante». Si aggiunge poi una riflessione più globale: «Non si può tacere che spesso le realtà culturali presenti a Lodi abbiano intrapreso percorsi singoli di sviluppo e attività che potremmo definire “a paratie stagne”, disperdendo così opportunità, energie e denaro».

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