Soldi pubblici, ecco la “sprecopoli” del Lodigiano

Sono storie che la maggior parte dei lodigiani conosce bene e che, a distanza di anni, non smettono di far discutere. Per le risorse di denaro che hanno comportato, in alcuni casi per il fallimento dei progetti e in altri per le lungaggini che ancora contraddistinguono alcuni interventi.

L’INSUCCESSO DELLA FIERA

Al primo posto della classifica degli sprechi, anche se la partita non riguarda solo il Broletto, c’è il polo espositivo di San Grato: costato 9 milioni di euro e inaugurato nel 2009, è stato affidato alla società Lodinnova, oggi in liquidazione per decisione dei soci (Comune di Lodi, Provincia, Camera di commercio, Confartigianato e Unione artigiani). L’obiettivo è quello di vendere la struttura, Sal (Società acqua lodigiana) ha manifestato il suo interesse, ma la partita non è chiusa. Di fatto, la fiera di Lodi non è mai riuscita a ripagare l’investimento di partenza, a pesare sono soprattutto ammortamenti e oneri finanziari.

SPRECHI SULL’ADDA

Sul Lungoadda, lo scivolo delle barche e il bar del Paesaggio sono diventati, in modi e tempi diversi, due simboli dello spreco di risorse pubbliche. E, ascoltando i giudizi di numerosi lodigiani, dell’inefficienza della politica.

La risalita delle barche è costata 137mila euro, ma pescatori e canoisti sostengono da anni che è impossibile utilizzarla per un “difetto” di costruzione, senza contare i frequenti vandalismi e l’assenza di manutenzione più volte sollevata in passato dalle associazioni. Fu realizzata nel 2011 nell’ambito di un maxi intervento per la messa in sicurezza del fiume Adda, un investimento che complessivamente ammontava a 1 milione 700mila euro.

All’Isolabella, il bar del Paesaggio resta chiuso al pubblico a causa delle pesanti infiltrazioni d’acqua. Per costruirlo il Broletto ha investito 300mila euro, ma oggi l’opera è transennata e sulle sue assi di legno pende persino un contenzioso legale. I lavori iniziarono nel 2012, in seguito a una variante si conclusero nel 2014.

A Lodi città, il tratto di foresta di pianura all’ex Sicc è conosciuto soprattutto per i vandalismi e per la sporcizia dimenticata, come documentato dai lettori anche in tempi recenti. Ci si chiede se con l’approdo della cattedrale vegetale lo scenario sia destinato a cambiare, anche se la riqualificazione dell’area deve passare dalla sistemazione della piscina Ferrabini e dalla realizzazione di un complesso residenziale al posto della vecchia fabbrica.

Per piantumare la foresta di pianura, la Provincia di Lodi nel 2009 pubblicò un bando di circa 146mila euro. Il sogno era quello di creare un’unica “cintura verde” lungo l’Adda.

MUSEO DIMENTICATO

Un caso particolare, ma comunque degno di nota, è quello dell’ex Cavallerizza, il museo civico di Lodi mai inaugurato. Anche se prossimamente una delle sue sale sarà utilizzata per un’esposizione, di fatto finora la struttura è rimasta chiusa e in balia dei piccioni.

L’investimento iniziale è stato di 2 milioni 495mila euro, finanziato per 1 milione 881mila euro con un contributo Frisl (Finanziamento decennale a tasso zero), assegnato nel 2003 dalla Regione Lombardia. Adesso, però, per chiudere definitivamente la “pratica” servirebbero, come specificato tempo fa dal Comune, due milioni e mezzo di euro.

I quadri che avrebbero dovuto essere esposti nel museo civico (più di trecento pere) sono chiusi a chiave in un caveau, dal dicembre 2010 al giugno 2016 il servizio di custodia è costato alle casse municipali più di 300mila euro, circa 50mila euro all’anno.

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