Smog a Lodi, rischio di sanzioni Ue per le polveri sottili

Per lo smog, il periodo nero deve ancora iniziare. Le polveri sottili si “scatenano” in autunno, quando si accendono i riscaldamenti e il traffico s’intensifica, senza contare che nel “catino” della pianura padana l’inquinamento ristagna. L’Unione europea, però, sta per staccare una multa dal blocchetto delle infrazioni nei confronti di Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, considerate le zone peggiori per la qualità dell’aria: la procedura è stata riaperta, dopo aver esaminato i dati relativi al 2015, considerati molto preoccupanti.

Lodi si trova all’interno dell’area considerata più critica e i numeri lo dimostrano: l’anno scorso il Pm10 si è rivelato fuorilegge per 90 giorni, quando non se ne potrebbero superare 35. Naturalmente anche le altre centraline installate in provincia hanno registrato valori eccessivi. Nella città del Barbarossa si è lontani dai 177 sforamenti del 2005, tuttavia l’aria risulta essere comunque irrespirabile.

A differenza di quanto inizialmente programmato da Regione Lombardia, non entrerà in vigore il divieto di circolazione per l’Euro 3 previsto da ottobre ad aprile. E questo perché dal Governo non arriverranno incentivi per la sostituzione dei mezzi, così come aveva annunciato qualche settimana fa l’assessore Claudio Terzi. Il Pirellone sta lavorando alla definizione di un protocollo che prevede provvedimenti sul traffico, sulle temperature degli ambienti, sugli impianti a biomassa, questi ultimi possono avere infatti pesanti effetti sulle emissioni di Pm10. A questo proposito, la giunta regionale chiederà la collaborazione dei Comuni, il confronto con le categorie, tra cui per esempio i commercianti, è comunque già iniziato.

Entro il 31 dicembre 2016, inoltre, le famiglie che vivono in un condominio con riscaldamento centralizzato dovranno montare le valvole termostatiche su ogni calorifero, a meno che non ci sia una proroga. Una spesa che, in tempi di crisi, potrebbe mettere in difficoltà più di una persona.

A Lodi città non è mancata la polemica politica sulla qualità dell’aria. I Cinque stelle hanno attaccato il “rimpallo” di responsabilità tra Regione e Governo, mentre a livello locale hanno criticato il servizio pubblico di bus e corrierine per come è stato organizzato. Dal canto suo, il Comune ha rivendicato scelte come il teleriscaldamento e gli investimenti sul solare termico e fotovoltaico sugli impianti pubblici.

Non è solo il Pm10 a preoccupare, la battaglia riguarda anche altre particelle considerate pericolose. Aea, l’Agenzia europea dell’ambiente ha diffuso un dossier nel quale si sottolinea che in Italia nel 2012 sono stati 59.500 i decessi prematuri attribuiti al particolato fine (PM 2.5), 3.300 all’ozono (O3) e 21.600 al biossido di azoto (NO2).

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