Smog, Lodi ancora una volta fuorilegge

Raggiunti 42 giorni di sforamento delle polveri sottili, Legambiente chiede un impegno ai sindaci

Colpa anche dell’autunno secco, la qualità dell’aria in Lombardia è peggiorata sensibilmente nel mese di ottobre, e Lodi si dimostra ancora una volta “fuorilegge”.

Milano non si salva, si è arrivati a sforare i fatidici 35 giorni/anno oltre il limite di concentrazione delle polveri sottili (36), concessi dalla normativa europea. Nel resto della regione la situazione non è migliore per altri capoluoghi di provincia: a Cremona i giorni di aria avvelenata sono già 49, a Lodi e Brescia 42, a Mantova 41 e a Pavia 39 (vd. tabella 1). Un quadro che testimonia il crescente peso sull’inquinamento delle emissioni legate all’allevamento intensivo, in una delle aree di maggior concentrazione di stalle dell’intero continente europeo.

«Per uscire da questo pericoloso ingorgo dobbiamo recuperare fiducia nel trasporto collettivo - afferma Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - Il TPL (Trasporto pubblico locale) è ancora sottoutilizzato rispetto ai livelli pre-Covid, nonostante sia chiaro che i mezzi pubblici non siano luoghi di contagio significativo, come ormai molti studi certificano. Occorre restituire ai cittadini la confidenza col mezzo pubblico che avevano prima della pandemia e continuare a sostenere lo smart working».

Legambiente richiama gli amministratori delle città, a partire dal capoluogo di regione, ad affrontare con decisione l’evidente squilibrio ancora presente tra quote di traffico inquinante e mobilità dolce: «Per molte grandi città lombarde le amministrazioni sono fresche di insediamento: è il momento migliore per impostare programmi serrati per incoraggiare i cittadini all’uso della bicicletta per gli spostamenti quotidiani. È la bicicletta la grande protagonista di cambiamento nelle metropoli europee, che hanno voluto contrastare il traffico. Le pesanti condanne inflitte all’Italia dalla Corte Europea per le sistematiche violazioni ai limiti degli inquinanti nell’atmosfera devono farci riflettere sulla capacità di mettere a frutto le risorse di cui oggi disponiamo».

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