Sindaci, un giorno da “indignados”

Domani lo sciopero “bianco” e l’incontro con il prefetto

«Faremo uno sciopero simbolico che prossimamente potrebbe però trasformarsi in uno sciopero reale». Il fronte dei sindaci lodigiani preparara la contestazione alla manovra bis che scarica sugli enti locali la parte più gravosa dei tagli: l’appuntamento è fissato alle ore 12 di domani, sotto la sede della prefettura di Lodi, per «portare a conoscenza della popolazione quali potrebbero essere le conseguenze delle ultime scelte del governo».

Alle 12.30 la delegazione dei primi cittadini inconterà il prefetto: «Si tratta di uno sciopero “bianco” che non avrà effetti sui servizi ai cittadini - precisa il sindaco di Lodi e delegato Anci della commissione bilancio in senato Lorenzo Guerini -, ma se non otterremo risposte siamo pronti a misure più drastiche e a riconsegnare al Governo le deleghe su anagrafe e stato civile». La protesta, organizzata dall’Anci, nel territorio sarà coordinata da Acl, l’assemblea dei comuni lodigiani. I motivi della protesta sono stati presentati ieri mattina da una rappresentanza di dieci sindaci, riuniti presso l’aula consiliare di Palazzo Broletto. «Chiediamo che ci sia una presa di coscienza per far capire che un patto di stabilità del genere non puà stare in piedi - ha spiegato Guerini -. Non chiediamo più soldi, ma autonomia gestionale. Chiediamo di fare investimenti con le nostre risorse. Siamo arrivati al rigurgito più centralista degli ultimi trent’anni». Per poi aggiungere: «I residui passivi dei comuni presso le tesorerie sono di oltre 40 miliardi di euro, ma gli enti locali non possono pagare altrimenti escono dal patto di stabilità. Questo quadro di problematiche ci ha portato a uno scontro molto aspro con il Governo e questo conflitto sta raggiungendo livelli di guardia». Il taglio dei fondi sociali è l’aspetto più drammatico della questione: «Con le ultime quattro finanziarie i comuni sono stati messi a stecchetto - ha sottolineato il sindaco di Lodi Vecchio e rappresentante dell’Acl Giancarlo Cordoni -. La sensazione è di avere un governo completamente staccato dal territorio. La battaglia che abbiamo davanti è ancora lunga: la nostra è una lotta a favore dei cittadini. Per recuperare gli euro tagliati o si cancellano alcuni servizi o si aumentano le tariffe... Con questa manovra non saremo in grado di rispondere a ciò che chedono i cittadini». Per Domenico Crespi, sindaco di Sant’Angelo Lodigiano, lo «scioperò non risolverà la questione» perché il problema principale è da rintracciare alal radice, ossia nelle scelte dei parlamentari europei nominati «che non hanno contatti con i problemi della gente, mentre noi abbiamo la responsabilità di risolvere le probelamtiche quotidiane». I tagli potrebbero avere effetti negativi anche sulle imprese artigiane locali (»Il 60% lavorano su commissione pubblica», il commento del sindaco di Brembio Giuseppe Sozzi), mentre l’accorpamento dei piccoli comuni è considerato un provvedimento boomerang: «L’unione delle funzioni non porta alcun risparmio - dice Luca Marini, sindaco di san Martino in Strada -, anzi a un aggravio dei costi»; stessa linea per Pietro Segalini di Casalmaiocco: «Non abbiamo esubero di personale, e per quanto riguarda diversi servizi ci siamo già consorziati con altri comuni».

Fabio Ravera

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