
Siccità, il Lodigiano è già in ginocchio
Non piove da mesi, partono in anticipo le irrigazioni nei campi
Niente da fare, dal cielo non arriva nemmeno una goccia di pioggia. Sui campi lodigiani non si abbatte un acquazzone da ormai due mesi, più precisamente dal 20 marzo e gli agricoltori sono costretti a irrigare i campi con un mese di anticipo. A peggiorare la situazione ci sono poi le temperature estive, che toccano i 30 gradi come se fosse Ferragosto.
Le associazioni di categoria sono tornate a dare l’allarme, tutti temono che l’oro blu non sia sufficiente per far fronte alla siccità, a meno che non arrivi presto un temporale. Ma da questo punto di vista, le previsioni del tempo non fanno ben sperare, solo tra giovedì notte e sabato mattina potrebbe piovere ma non è detto che si riesca a risolvere il guaio.
Arpa Lombardia, che gestisce anche il servizio meteorologico regionale, sottolinea che nelle stazioni di rilevamento posizionate tra Lodigiano e Sudmilano le precipitazioni hanno raggiunto in questo periodo tra i 20 e i 35 millimetri, una quantità che corrisponde a malapena a una irrigazione. In base alla media di riferimento degli ultimi vent’anni, avrebbero dovuto esserci tra i 145 e i 170 millimetri. «Dove non si è irrigato - spiega Lorenzo Craveri di Arpa Lombardia - non si è ancora fuori tempo massimo. Le colture estive sono stressate dalle temperature elevate, il problema è che il mais non cresce dove non è irrigato. L’unico aspetto positivo è che le produzioni a fieno sono andate bene, sia per quantità che qualità».
Il Consorzio Muzza ha già inviato una comunicazione alle organizzazioni agricole per fare il punto. Si sta cercando di “andare al risparmio”, per poter contare su di una piccola riserva di oro blu. Secondo i dati a disposizione dell’ente, il lago di Como diminuisce di due centimetri al giorno, questo significa che alla fine di giugno raggiungerà un livello pari a -40 rispetto allo zero idrometrico: il limite minimo consentito, anche per motivi ambientali e turistici. Non solo, lo zero termico si trova a 3.600 metri d’altezza, questo significa che tutto ciò che si trova al di sotto...si scioglie. «Abbiamo parzializzato la quantità di acqua derivata - afferma il presidente del Consorzio Ettore Grecchi -, che non corrisponde al cento per cento ma a circa il 70-75 per cento, cerchiamo di risparmiarla, anche per poter vantare dei crediti più avanti. Questo comporta dei sacrifici per gli agricoltori, che non dispongono di una quantità d’acqua abbondante e devono ricorrere a irrigazioni più durature e costose. Abbiamo davanti a noi ancora i mesi di luglio e agosto, potremo derivare solo la poca acqua che entra nel lago. Di certo - commenta Grecchi - questa è una stagione anomala anche per le temperature, il caldo di marzo ha provocato una perdita di circa 200 milioni di metri cubi d’acqua per lo scioglimento della neve, si tratta di una stima. Il momento è critico, la possibilità di temporali alpini potrebbe determinare un flusso di acqua nel lago, garantendo una maggiore autonomia agli agricoltori, le coltivazioni sono infatti soggette a “stress idrico”. Come Consorzio terremo la situazione sotto controllo, attraverso un puntuale monitoraggio».
Greta Boni
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