Si è spento Eugenio Bellia, il custode dell’Incoronata

Aveva 67 anni ed era una figura molto conosciuta

Se n’è andato a 67 anni Eugenio Bellia, custode del tempio dell’Incoronata, ammalato da circa 3 mesi. Dopo il ricovero a Casale era approdato a Lodi, ma giovedì mattina ha lasciato i suoi cari, la moglie, la figlia e le persone che gli erano vicine. Commosso è il ricordo di monsignor Giuseppe Cremascoli: «Era una persona estroversa, capace di amicizie intense. La sensazione della sua perdita è profonda. Bellia aveva profuso amore per l’istituzione e anche dolore per la crisi in cui si trova l’edificio. Era davvero capace di accoglienza nei confronti dei turisti. Aveva una particolare attenzione per entrambi i volti dell’Incoronata, chiesa e museo». Violento e repentino è stato il male che ha colpito il custode. «Prima speranzoso di guarire poi lucido e consapevole - annota monsignor Cremascoli -, l’avevo incontrato otto giorni fa all’ospedale di Lodi. La sua capacità di comunicare si era eclissata, a causa di questa consapevolezza. Io sono stato nominato cappellano dell’Incoronata nel 1997 e Bellia, che prima era disegnatore in fabbrica, è arrivato un anno dopo. Siamo rimasti insieme fino ad agosto del 2009. Ho sempre ringraziato e le sono riconoscente ancora adesso l’ex vicesindaco Paola Tramezzani. Prima la custodia era qualcosa di precario. Ho parlato più volte con lei e lei ha voluto che ci fosse questa figura e che fosse retribuita».

Nel tempo libero Bellia prendeva la canna da pesca e andava in Piarda. Parole di cordoglio sono arrivate da Giancarlo Magli. «Il 5 novembre, alle 10.30 - spiega il rappresentante dei pescatori - avremo la messa in ricordo dei nostri defunti e ricorderemo anche lui». «Eugenio - dice Cesare Lorandi, amico di una vita - era sempre attento e disponibile, interessato a qualsiasi novità in campo ambientale. Ci scambiavamo le idee sul fiume e l’inquinamento». Dario Giovanetti scioglie il dolore in un pianto: «Eravamo amici - dice - era bello stare con lui. Era una persona solare. Quando andavo con altri a pescare poi lo vedevo arrivare con la sua bicicletta».

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