Sgominata la banda dei falsi carabinieri che colpiva a Lodi

Una associazione a delinquere specialista in rapine, furti, ricettazione. I carabinieri di Pavia hanno scoperto una banda di nomadi d’etnia sinti capaci di mettere a ferro e fuoco Lodi e le altre province della Lombardia.

Con il coordinamento del procuratore capo di Pavia, Mario Venditti, i militari dell’Arma hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere, emessa dal Gip, nei confronti di Alessandro Derossi, 54 anni; Arturo Cena, 32 anni; Giastin Stendardo, 31; Gianpaolo Nuara, 37; Bruno Caragrande, 35; Albert Margjoni, 27

La misura cautelare dell’obbligo di dimora con presentazione alla polizia giudiziaria è stata adottata nei confronti di Vito Lafleur, 31 anni. L’operazione è stata chiamata «Fake police» ed è stata avviata nel mese di gennaio 2015. In breve gli investigatori hanno scoperto una banda di soggetti di nazionalità italiana di etnia sinti ed albanese dedita alla commissione sul territorio nazionale, in particolare nelle provincie Pavia, Cremona, Lodi, Piacenza, Milano, Bergamo e Brescia, di furti e rapine in ville, soprattutto ai danni di persone anziane

I componenti del gruppo, qualificandosi come «carabinieri», esibendo falsi distintivi e tesserini, guadagnavano la fiducia delle vittime e, distraendole, simulando l’intervento sul posto per un presunto furto od addirittura fingendo l’arresto del «ladro», si impossessavano di preziosi e danaro contante fuggendo a bordo di autovetture di grossa cilindrata (Subaru Impreza SW e Audi S6 Avant) munite di targhe contraffatte, con lampeggianti e sirene (normalmente in uso alle forze dell’ordine)

Se scoperti i malviventi non avevano remore - si sottolinea - arrivando a minacciare le vittime, anche utilizzando spray urticante, immobilizzandole per poi svaligiare le abitazioni, solitamente isolate. L’attività d’indagine, avviata nel mese di ottobre 2015, ha consentito di accertare, tra rapine e furti, almeno 82 episodi

In una giornata i malviventi riuscivano a mettere a segno più colpi arrivando a guadagnare anche 50.000 euro. Sono tuttora in corso accertamenti per verificare l’eventuale responsabilità degli indagati anche con riferimento a numerosi analoghi altri episodi avvenuti in Lombardia ed Emilia Romagna.

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