
Sfidanti all’unisono:
«Santa Chiara deve
restare “lodigiana”»
Nel confronto si è discusso di liste d’attesa, rette e possibilità di trovare risorse a favore della struttura
Su di un punto sono tutti d’accordo: Santa Chiara deve restare nelle mani dei lodigiani. O perlomeno questo è ciò che pensano i candidati al Broletto che ieri hanno partecipato al dibattito sul futuro della casa di riposo, un appuntamento organizzato dal Centro tutela dei diritti degli anziani che a suo tempo ha raccolto 1.200 firme contro la riorganizzazione prevista da Regione Lombardia. Un provvedimento destinato a far confluire il patrimonio dell’ente in un unico fondo, senza contare che la struttura dovrà dipendere dal Pirellone.
In sala c’erano Sergio Tadi, Adele Burinato in sostituzione di Giuliana Cominetti, Simone Uggetti e Andrea Dardi; già nei giorni scorsi gli altri tre candidati (Buzzi, Staltari e Conia) avevano sottolineato l’impossibilità di partecipare a tutti i dibattiti per impegni di lavoro. Prima della discussione, moderata dal giornalista del «Cittadino» Matteo Brunello, è intervenuto il presidente Luciano Bertoli, il quale ha sottolineato che Santa Chiara è un ente che si prende cura delle persone anziane, con dedizione e affetto. «È una struttura sana, con un bilancio a posto, non ha debiti e paga fornitori e dipendenti. Le entrate provengono dai contributi regionali e dalle rette, oltre all’aiuto del Comune di Lodi, che non è mai mancato. Mi auguro che a prescindere dal colore politico della prossima giunta ci sia attenzione per la nostra struttura, profondamente radicata nel vissuto dei lodigiani».
Come difendere fin da subito l’autonomia di Santa Chiara? «Si potrebbe trasformare in una fondazione a controllo prevalentemente pubblico», dice Dardi; «Proporremo immediatamente una piattaforma politica di negoziazione con la Regione», assicura Uggetti; sulla stessa linea Burinato, «apriremo un tavolo con la Regione», e Tadi, «dura battaglia con la Regione». I candidati si sono interrogati sulla necessità di trovare risorse a favore della struttura: chiedendo aiuto alle associazioni (Tadi), facendo rete (Burinato), bussando alla porta di provati e fondazioni (Uggetti), razionalizzando la macchina comunale (Dardi).
Dal momento che il numero delle famiglie in attesa è sempre più numeroso, Dardi vorrebbe individuare una nuova struttura da dare in concessione gratuita a privati o associazioni, un’ipotesi che Uggetti ritiene poco realistica, per questo punterebbe su di un utilizzo più efficiente dei presidi sanitari presenti nel Lodigiano; Tadi studierebbe una soluzione insieme a tutti gli attori coinvolti, mentre Burinato ha parlato della necessità di potenziare il servizio a domicilio. Non sono mancate alcune “stoccate” tra i protagonisti, Uggetti nei confronti dell’ex collega di maggioranza Burinato così come tra Tadi e la stessa Burinato. Infine, tutti i candidati si sono espressi a favore della nascita - in tempi brevi - di un hospice in città, una struttura in grado di occuparsi dei malati di cancro.
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