
Sempre più minori nei guai
In un anno i casi del Consorzio sono passati da 34 a 48
Non hanno ancora compiuto 18 anni e sono già nei guai con la giustizia. Per loro il Consorzio per i servizi alla persona rappresenta un porto sicuro per ripartire.
Negli ultimi anni nel Lodigiano i minori denunciati a piede libero sono passati dai 34 del 2009 ai 48 del 2010, un dato che emerge dal bilancio stilato dal presidente Sergio Rancati per descrivere l’attività portata avanti dall’ente.
Nel 2011 i giovani presi in carico dall’equipe di professionisti sono già arrivati a 20: per ognuno gli operatori del Consorzio stanno portando avanti un’indagine.
Secondo l’esperienza maturata dal Consorzio, i giovani nei guai con la giustizia sono soprattutto maschi tra i 14 e i 17 anni, con un certo equilibrio tra ragazzi italiani e stranieri. La maggior parte dei giovani ha commesso furti, rapine o danneggiamenti, più in generale reati contro il patrimonio, a cui seguono risse o lesioni personali, le violazioni al codice della strada o l’illecito per porto d’armi.
Rilevante è la presenza di reati commessi in gruppo: si tratta di giovani che solitamente non sono legati da rapporti di amicizia ma che condividono situazioni di emarginazione sociale. Si tratta perlopiù di legami che, una volta scattata la denuncia, solitamente svaniscono.
L’obiettivo della squadra del Consorzio è quello di creare un percorso individuale per ogni minore, attraverso attività formative o socialmente utili, attività lavorative o sportive, ma anche attraverso un lavoro di supporto psicologico e di mediazione con la famiglia.
Sul territorio è nato anche il progetto “Tob”, per promuovere la cultura della legalità nel Lodigiano, coinvolgendo le scuole e dando spazio alla prevenzione.
L’aumento dei minorenni che hanno commesso un reato ha costretto il Consorzio a creare una squadra pronta per intervenire solamente su questo fronte: l’equipe penale è entrata in azione nel 2008 ed è composta da un assistente sociale, un educatore professionale e uno psicologo.
«I professionisti intervengono su mandato della Procura - spiega Rancati -, presso il tribunale dei minori, in relazione alle situazioni di minori autori di reato denunciati a piede libero. L’attività del servizio si articola essenzialmente in due fasi: l’indagine, comprendente l’eventuale elaborazione di un progetto, e la presa in carico del ragazzo nell’ambito di un progetto di messa alla prova. L’attenzione all’aspetto educativo costituisce il filo rosso di tutte le azioni». Il che significa “rielaborare” il reato commesso.
Gli operatori aggiornano costantemente l’autorità giudiziaria sui progressi compiuti, allo stesso tempo accompagnano i ragazzi ai colloqui con i giudici per le verifiche intermedie.
Alla fine del percorso, il loro compito si esaurisce con la stesura di una relazione conclusiva e con la partecipazione all’udienza finale.
L’equipe si confronta ogni anno con numeri sempre più importanti, che rendono difficile l’avvio delle indagini nei tempi richiesti dalla Procura, ovvero 60 giorni. «Se da un lato va riconosciuto che, di norma, le fissazioni delle udienze penali per i minori denunciati a piede libero registrano lunghi tempi di attesa - aggiunge Rancati - consentendo quindi di predisporre gli opportuni interventi, dall’altro non va sottovalutata la necessità di intervenire tempestivamente sulle situazioni, sia nell’interesse del minore sia per fornire ogni utile informazione alle autorità il prima possibile».
Il Consorzio, infine, si sta impegnando affinchè nasca un “database” in grado di raccogliere informazioni dettagliate sui casi presi in carico, per affrontare sempre meglio i problemi.
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