Scuole riaperte a Lodi, con i corsi di recupero è il primo passo

«Fare lezione in presenza è meglio, possiamo stare vicini ai compagni e ai professori»

Tutti in classe con la mascherina e i banchi distanziati. All’ingresso dell’istituto il collaboratore scolastico prova la febbre ai ragazzi e coordina gli ingressi. Al Volta, ma anche al Bassi e al Verri, tra le altre superiori, sono i primi giorni di scuola per gli studenti, dopo 5 mesi di lezioni a distanza, compagni e professori visti solo nelle chat, dopo 5 mesi senza intervalli a ridere e scherzare, senza compiti in classe a sbirciare nel quaderno dell’altro. «Venire a scuola è molto meglio», dicono gli studenti.

Qualcuno, come il Volta e il Verri, ha aperto mercoledì i cancelli ai ragazzi per il primo giorno, il Bassi, invece, li aveva aperti martedì. Ci sono i corsi di recupero per chi ha terminato l’anno con delle insufficienze e gli esami integrativi per chi passa da una scuola all’altra o cambia indirizzo, all’interno dello stesso istituto. È il caso di Calogero Sarchiello, 18 anni, di Cornegliano, passato da operatore meccanico all’indirizzo di meccanica ed energia, in terza.

«Sono un po’ preoccupato per i trasporti - dice - non hanno ancora chiarito come si farà». Insieme a lui ci sono anche Gabriele Corazzoli, Diego Baldini, Alessandro Barone, Tommaso Griffini e Cristi PIsano. Chiacchierano fuori dai cancelli. Il collaboratore scolastico li chiama: «Tocca a voi, venite». L’attesa deve avvenire fuori dall’istituto. «Dobbiamo farci intervistare», dicono. Ma il collaboratore scolastico insiste, con il termometro in mano. Non ne vuole sapere.

Lorenzo Mariconti, 17 anni, quasi 18, è venuto a sostenere gli esami di diritto ed energia per fare il passaggio dal liceo delle scienze applicate a Meccanica ed energia. «Il rientro mi confonde un po’ - dice -, ma è questione di abitudine. Mi preoccupano i trasporti. Io abito davanti all’ospedale e vengo in bici, ma d’inverno, di solito, prendo i mezzi».

Benedetta Di Gaetano, alunna del Bassi, è tranquilla, ha fatto gli esami integrativi martedì, per passare da scienze applicate del Volta a Relazioni internazionali e marketing al Bassi. È rilassata anche Valentina Tomassia, di Lodi Vecchio, che andrà in seconda ed è passata dall’indirizzo linguistico del Bassi al turistico. «Non sono per niente preoccupata», dice. Stefano Barbieri, 15 anni, quasi 16, sta per fare il passaggio da scienze applicate a informatica, al Volta: «L’unica cosa diversa è la segnaletica per terra - dice -, ma non è cambiata molto la scuola. Sono tranquillo».

Gli studenti del Gandini stanno facendo i corsi di recupero e gli esami integrativi al Verri, dove le aule sono più ampie e si rispettano meglio le distanze. Tutti gli alunni, in classe, hanno tenuto le mascherine e si sono disinfettati le mani con il gel collocato sulla cattedra. Matteo Burasanis, Riccardo Costarpa, Lorenzo Brusoni e Mattia Bologna, che inizieranno la classe quarta, sono «carichi», Non vedono l’ora di riprendere le lezioni in presenza. Burasanis deve recuperare inglese e italiano. Brusoni latino e inglese, Bologna matematica e latino. «Preferiamo la scuola in presenza, soprattutto per stare vicini ai nostri compagni», annota Costarpa, che sta frequentando il corso di recupero di fisica.

Per Brusoni, le lezioni in presenza danno la possibilità di «capire meglio le spiegazioni. Nelle lezioni a distanza la relazione con i professori non è la stessa. Venire a scuola è molto meglio», confida.

A casa, poi, annota Bologna, «ci sono più distrazioni, è più difficile seguire».

Al Gandini quest’anno, le lezioni saranno 5 giorni a scuola e uno da casa. Una soluzione che permette a tutti un ritorno il più vicino possibile alla normalità.

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