Scontrini, solo uno su dodici “sgarra”

Tour a Lodi: i commercianti sono diligenti

Solo un negoziante ha “sgarrato”, per colpa di un pacchetto di cicche: 1 euro e 70 centesimi ma niente scontrino. Tutti gli altri, invece, hanno sempre battuto regolarmente il prezzo, anche quando al bancone si consumava solo una brioches da un euro. È martedì mattina, giorno di mercato, il tour in incognito de «Il Cittadino» nel cuore della città per verificare che cosa accade alla cassa si concentra su dodici esercizi e dimostra che la maggior parte dei commercianti presi in considerazione rispetta le regole. Nell’elenco, però, non ci sono solo i bar, bensì panifici, fruttivendoli e negozi di abbigliamento.

Passando da un bancone all’altro, si nota che qualche volta il barista consegna direttamente lo scontrino ai clienti mentre sorseggiano in piedi il loro caffè, altre volte lo portano direttamente al tavolo prima che i lodigiani ne facciano richiesta. Quel che è certo è che “qualcosa è cambiato”, forse a causa delle recenti super operazioni nelle città simbolo del lusso e della moda, oppure a causa del giro di vite impresso anche dalla Finanza di Lodi: qualche esercente, pizzicato in città mentre si dimenticava di registrare gli acquisti, ha dovuto pagare una multa e abbassare la saracinesca per tre giorni. Oggi i clienti si guardano in giro per vedere se lo scontrino è regolarmente consegnato insieme al resto degli spiccioli, e tendono a non dimenticarselo sui tavoli e sui banconi per evitare problemi all’esterno.

Un caffè, un euro: il bar della piazza fa lo scontrino; 3 euro e 20 centesimi per due pagnotte, il panettiere non batte ciglio e continua sfornare scontrini alla folla di signore in fila. E così via, in tutti gli altri locali. Tranne uno.

Le associazioni di categoria la pensano allo stesso modo: bisogna “battere cassa” e fare gli scontrini, perché tutti devono pagare. E perché la gestione di un’attività deve essere corretta a 360 gradi. «È giusto che ci sia un comportamento corretto da parte degli imprenditori, questa è la premessa - afferma il segretario dell’Unione del commercio Bruno Milani -, chi non emette lo scontrino crea problemi a chi si comporta correttamente. I blitz della Finanza? Non ci sembra corretto seguire la logica dello “sbattiamo il mostro in prima pagina”. È giusto fare controlli, per principio tutti devono essere corretti, chi non lo fa è cosciente dei rischi che corre. Al di là della difficoltà del settore, in questa situazione si può ricavare una “lezione”: anche le micro aziende devono imparare a gestire, in una logica di assoluta trasparenza, tutte le problematiche relative alla gestione della struttura, bisogna essere inattaccabili da tutti i punti di vista. Direzione provinciale del lavoro, Inps e Inail sono tutti soggetti che possono entrare in azienda e sanzionare gli aspetti non in linea con la normativa - aggiunge Milani -, questo è un momento delicato, i controlli sono costanti e continui. È il consiglio che diamo a tutti coloro che hanno la contabilità presso di noi, devono essere rigorosi nella gestione. A partire dall’occupazione, anche se è un caso limite è bene ricordare ciò che è successo l’anno scorso durante la Notte Bianca, con i controlli sul lavoro nero che hanno portato ad alcune sanzioni».

Blitz a 360 gradi come quelli effettuati a Cortina e a San Remo da guardia di finanza e Agenzia delle entrate, ma che sarebbero utili anche su e giù per lo Stivale, così la pensa Arnaldo De Franceschi, presidente dell’Asvicom: «Sono controlli “a spot” che hanno una loro funzione - commenta - perché spaventano e fanno vedere che lo Stato c’è. Non abbiamo niente in contrario con il giro di vite, è solo che questi interventi non risolvono il problema dell’evasione, perché c’è gente che non dichiara proprio nulla, inoltre ci sono zone del paese sprovviste di controlli e pure partita Iva. Tutti devono pagare il giusto, i controlli devono essere fatti continuativamente su tutto il territorio. Per quanto riguarda Lodi, i negozi che vendono firme e marchi sono obbligati a fatturare tutta la merce, nessuno può fare del nero, il controllo è a monte».

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