Santantonio: «Contro il consumo di suolo serve un’inversione di tendenza»

Il presidente della Provincia: «Noi nell’area più colpita, chiediamo alle amministrazioni locali uno sforzo importante di “ridisegno” dei loro territori ed anche un “sacrificio”»

«L’edizione 2023 del rapporto sul consumo di suolo conferma le dimensioni di un fenomeno che da tempo si è purtroppo consolidato e rispetto al quale è necessario individuare misure e strumenti che consentano una effettiva inversione di tendenza».

Interviene così il presidente della Provincia, Fabrizio Santantonio, dopo la diffusione dell’annuale rapporto dell’Ispra sul consumo del suolo in Italia, dal quale è emerso che nel 2022 nel Lodigiano sono stati cancellati altri 108 ettari di campagna. «Il consumo del suolo - dice - è un problema che colpisce in particolare un’area significativamente estesa a nord del Paese, che presenta caratteristiche omogenee per densità di insediamenti produttivi, estensione degli agglomerati urbani e intensità e volume degli spostamenti di beni e persone.

«Abbiamo subito troppo»

«Il Lodigiano - osserva Santantonio - è pienamente inserito in questo contesto e ne ha seguito le dinamiche, magari talora subendole troppo, quando sarebbe invece stata necessaria una maggior capacità di governare, per quanto possibile, i fattori di pressione esterni e di contenere quelli interni. Oggi ci sono però condizioni di sensibilità dell’opinione pubblica, chiarezza di quadro normativo generale e disponibilità di strumenti di pianificazione locale che ci offrono l’opportunità di intervenire concretamente sul problema». Il riferimento è alla revisione del Ptct, il Piano territoriale di coordinamento provinciale, rimasto fermo da quasi vent’anni. «Non si tratta solo di attualizzarne la “veste”, ma di intervenire in profondità sugli obiettivi e di innovare regole e strumenti con cui perseguirli».

«Un Ptcp ambizioso»

I traguardi che l’amministrazione provinciale si è posta, dice Santantonio, sono «ambiziosi». ma anche «realistici». Prevedono una riduzione delle superfici urbanizzabili che è di oltre un terzo superiore al target minimo stabilito dalle disposizioni regionali (circa 3,8 milioni di metri quadrati rispetto a circa 2,7 milioni) e che rappresenta il 45% degli spazi edificabili attualmente previsti dagli strumenti urbanistici vigenti dei comuni; l’incentivazione di interventi di rigenerazione e di potenziamento dei servizi ecosistemici all’interno degli ambiti naturalistici, agricoli, periurbani e urbani; iniziative da parte di comuni ed enti territoriali finalizzate, in coerenza con le politiche regionali, alle riqualificazioni naturalistiche e di recupero del paesaggio rurale mediante l’inserimento e la valorizzazione di elementi tipici della pianura lombarda, quali filari, siepi e fontanili.

«Logistica poco razionale»

Tra gli elementi che generano maggiore pressione c’è quello degli insediamenti della logistica, non solo per le crescenti dimensioni, ma anche «per la diffusione poco razionale delle localizzazioni, non sempre coerenti a criteri di prossimità ai grandi assi viari, di concentrazione in poli vocati e di recupero di aree dismesse». Non tutti i fattori di consumo di suolo, osserva Santantonio, sono però sono riconducibili a scelte, giuste o sbagliate, prese in autonomia dal territorio: «Per fornire un termine di raffronto significativo, la superficie coperta a logistica in tutto il territorio provinciale ammonta oggi a poco più di 1 milione di metri quadrati, quando il “contributo” di suolo richiesto negli ultimi 10 anni da grandi opere infrastrutturali, la Teem, la variante Via Emilia di Casalpusterlengo ed ora la quarta corsia A1, è stato pari a quasi 1,5 milioni di metri quadrati».

«Sacrifici ma anche sviluppo»

«Quello che stiamo chiedendo alle amministrazioni locali - spiega Santantonio -, è indubbiamente uno sforzo importante di “ridisegno” dei loro territori ed anche un “sacrificio”, che tuttavia siamo convinti non precluderà giusti margini di sviluppo, anche grazie alla forte valorizzazione del recupero delle aree dismesse, sulle cui destinazioni produttive stiamo cogliendo interessanti segnali, e ad una puntuale regolazione delle trasformazioni a carattere produttivo e commerciale di più consistente impatto».

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