Santa Chiara, aumentano le rette

Rincari sulle rette della casa di riposo Santa Chiara. Dal primo gennaio 2012 scatterà un aumento di 3 euro sulla quota giornaliera. È quanto è stato deciso ieri pomeriggio dal consiglio di amministrazione della più grande azienda di servizi alla persona del territorio, che ospita 259 anziani e ha un servizio diurno di 30 posti. Le tariffe passeranno da 48,5 euro a 51,5 euro al giorno, mentre per i pazienti affetti da Alzheimer verranno modificate da 55,50 euro a 58,50 euro al giorno. Dopo alcuni anni, in cui la dirigenza aveva mantenuto bloccati i costi per l’utenza della struttura di Lodi, sono stati annunciati adeguamenti.

La misura è stata illustrata dal presidente della casa di riposo, Luciano Bertoli, al termine della riunione del Cda. «È stata una misura largamente condivisa tra gli amministratori - spiega - nell’ultimo triennio le rette erano rimaste invariate. Prima d’intervenire infatti sulla leva delle entrate, avevamo lavorato molto sul contenimento delle spese, mantenendo un alto livello di qualità. Quanto è stato adottato tende solo a recuperare l’indice di aumento dei prezzi dell’ultimo anno, per un valore di circa il 3,6 per cento, anche per compensare aumenti dell’Iva e l’incremento delle tariffe sulle utenze che come struttura dobbiamo sostenere». Per il responsabile di Santa Chiara, il problema di fondo rimane però il mancato ritocco al rialzo dei contributi regionali, sistema che costringe le aziende di servizi alla persona ad enormi sforzi per rispettare i criteri di bilancio. «Dobbiamo fare i conti con una delibera regionale per il 2012 che non prevede incrementi di contributi per noi - sottolinea - e bisogna considerare che gli ospiti che accogliamo hanno sempre più bisogno di cure mediche specializzate, di cui ci facciamo carico». Santa Chiara offre inoltre una serie di servizi aggiuntivi, che sono compresi in retta, tra cui il medico notturno sempre presente (oltre che sabato e domenica), il dietista, lo psicologo, la lavanderia interna.

La struttura di Lodi ha poi una lunga lista di attesa, che secondo i dati Asl, ha raggiunto le 357 persone. Negli anni sono stati anche compiuti corposi investimenti, per fare in modo che tutto lo stabile di via Paolo Gorini sia effettivamente in linea con gli standard richiesti dalla disciplina regionale. «Quei lavori sono stati realizzati grazie all’alienazione dell’area Marzagalli, compiuta anni fa - osserva Bertoli -. Sono stati incassati circa 8 milioni di euro, che sono serviti per concludere importanti riqualificazioni e per rimpinguare il fondo di riserva e consentire così di non alzare le rette. Ma ora bisogna anche guardare al futuro. Non si può azzerare il fondo di riserva, perché in caso di emergenze non avremmo più nulla». Dell’aumento delle rette, l’azienda aveva già discusso con il comune di Lodi, e ha anche presentato la nuova manovra all’associazione centro tutela e ad una rappresentanza delle famiglie degli utenti.

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