Sanità, la riforma fa discutere

Gli ospedali di Lodi ingloberà quelli del Sudmilano e non saranno accorpati con Pavia o Cremona come era stato detto, critico il sindaco Bellomo

L’accorpamento degli ospedali di Lodi con quelli del Sudmilano fa discutere. Il primo ad alzare gli scudi è il sindaco di Melegnano Vito Bellomo (Forza Italia): «Il presidio di Vizzolo perderebbe autonomia - dice - a vantaggio dei nosocomi lodigiani». La riforma è stata approvata due giorni fa in commissione regionale Sanità e ora attende di andare in aula, con discussioni serrate tra il 14 luglio e il 6 agosto, in 9 sedute non stop, dalle 10 a mezzanotte. Lodi, secondo quanto prospettato in passato, sarebbe dovuta andare con Pavia o Cremona. La maggioranza regionale, invece, ha previsto la trasformazione di 29 Aziende ospedaliere in 22 Asst, cioè Aziende socio sanitarie territoriali che si occupano di cure ospedaliere e degli attuali servizi dell’Asl, come dipendenze, assistenza ai disabili, agli anziani e ai malati cronici. Le 15 Asl invece, sarebbero trasformate in 8 Ats, Agenzie di tutela della salute che si occupano di programmazione e controllo.

Tra queste 8 una è l’Ats della Città metropolitana che comprende anche l’Asst di Lodi e Melegnano. Quest’ultima include il territorio e i relativi poli ospedalieri afferenti all’Asl di Lodi e Milano 2 (il Maggiore, Sant’Angelo, Casale, Codogno, Vizzolo, Cassano, Melzo, Gorgonzola, Cernusco e Vaprio). San Donato e Humanitas, essendo istituti privati non rientrano nella suddivisione amministrativa.

Nel testo della riforma non si parla di sedi delle direzioni ospedaliere. Queste saranno poi stabilite con decreti attuativi dalla giunta. A Lodi però sarà collocata la sede dell’Asst Lodi e Melegnano. Vito Bellomo è perplesso: «Mi aspettavo che ci accorpassero con Milano, non con Lodi - lamenta -. Lodi è più simile a Pavia per caratteristiche socio geografiche. Sono entrambi territori agricoli. Noi, come Milano, siamo realtà di servizi. A Melegnano stanno facendo una grande attività di rilancio dell’Ao, a partire dal nuovo Pronto soccorso, e ci mettono con Lodi e Sant’Angelo? La mia posizione è critica rispetto a questa decisione. Rischiare di diventare subalterni a Lodi non va bene. Avrebbero dovuto coinvolgere i sindaci. A me non interessa quale parte politica presenta le proposte, mi interessano i servizi». Il capogruppo di Forza Italia Claudio Pedrazzini, invece, la pensa diversamente. «Siamo riusciti a evitare che Lodi andasse con Pavia - dice -. Avremmo dato vita a una Asst che sarebbe stata poco omogenea. L’unificazione con Melegnano risponde meglio alle esigenze del territorio. Alla stessa logica fa riferimento l’inserimento della Asst di Lodi e Melegnano nella Ats metropolitana, anche se Forza Italia si impegnerà per tagliare il maggior numero di posti dirigenziali e arrivare all’obiettivo di una Ats unica per tutta la Lombardia».

Il sindaco di Lodi Simone Uggetti al momento non commenta: «Voglio approfondire», dice. Anche il direttore generale dell’Ao di Lodi Giuseppe Rossi preferisce aspettare. «È stato fatto un passaggio in commissione - dice -, ora vediamo».

Soddisfazione, invece, da Paolo Cipriani, capogruppo della lista civica “Per Codogno”. «Sono molto soddisfatto - dice - che la Regione, con il sostegno degli eletti lodigiani in consiglio abbia assunto la decisione di organizzare la sanità lodigiana verso la Città metropolitana. Questo dimostra che la mozione da me proposta e approvata unanimemente dal consiglio comunale di Codogno andava nella giusta direzione». Soddisfatto anche il sindacato medico di Melegnano: «Bisogna definire bene le caratteristiche dei rispettivi ospedali - commenta per la Cisl Danilo Mazzacane -, ma così d’acchito mi sembra una buona proposta».

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