SANITA’ Cartelle pazze, si paga “alla cieca” senza sapere per cosa e perché

In tanti non trovano più le vecchie ricevute che testimoniano l’avvenuto pagamento degli esami

Si paga alla cieca, senza sapere per cosa e perché, e sono soprattutto gli anziani a mettere mano al portafogli così, senza aver verificato la prestazione sanitaria di otto, nove, dieci anni fa, per cui l’Agenzia delle entrate gli ha inviato la lettera di riscossione dei ticket del 2012-2013 e 2014.

In tanti non trovano più la ricevuta di otto, nove, dieci anni prima, gente che non si ricorda quando come e perché ha fatto una determinata visita o un esame in ospedale, e se anche li aveva pagati, per non avere grane sceglie di (ri)pagare. L’importo di norma è di poche decine di euro, il che incentiva a farlo. L’assurdo di questa storia delle lettere recapitate a casa a centinaia di lodigiani dall’Agenzia delle Entrate su mandato dell’Asst di Lodi, intenta a recuperare i ticket sanitari non corrisposti “secoli” fa, dopo che l’attività di recupero crediti è stata rallentata da due anni di pandemia. L’azienda ospedaliera ha attivato un numero di telefono e una mail dedicata dove i cittadini possono chiedere spiegazioni sulle richieste di pagamento pervenute loro in questi mesi. Se non recarsi di persona presso la sede dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico in viale Savoia a Lodi (aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 17). Ma è un fatto che non tutti sanno districarsi con la mail, molti non sono nelle condizioni di recarsi a Lodi, e soprattutto, nella maggior parte dei casi, non hanno la più pallida idea di cosa hanno pagato o non pagato dieci anni prima.

«L’attività di recupero dei ticket sanitari non corrisposti è prevista e regolata da precise normative nazionali e regionali che indicano in 10 anni il termine di prescrizione per la riscossione del mancato pagamento. Tale attività è svolta dall’Asst di Lodi con l’obiettivo di garantire correttezza, equità e sostenibilità del servizio sanitario pubblico» recita una nota diramata a luglio dall’azienda ospedaliera. Tutto vero.

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