«Salviamo l’isolotto Achilli»

E se l’isolotto Achilli tornasse ad essere alla portata dei lodigiani? È proprio questo l’obiettivo dell’associazione Nüm del Burgh, che negli ultimi mesi si è messa al lavoro con alcuni volontari per ripulirlo. Gino Cassinelli, anima del sodalizio, ricorda che è dalla piena del 2002 che nessuno ci ha più messo piede: questo fazzoletto di terra verde, di proprietà privata, resiste all’assalto dell’Adda e della sua corrente, regalando ai passanti uno degli scorci più suggestivi sul fiume, vicino alla cascate. Un tempo sull’isolotto Achilli venivano organizzate delle grandi feste, i lodigiani doc lo sanno. Nüm del Burgh ha iniziato a sognare un futuro diverso per questo spazio, prima di tutto, però, ha pensato a rimetterlo in sesto: «È da questa primavera che ci siamo saliti sopra per ripulirlo dai rifiuti - racconta Cassinelli -, abbiamo trovato delle colonne dove, sotto il collare in ferro, sono riportati dei nomi. Ci siamo andati per raccogliere la sporcizia e, in effetti, abbiamo trovato un po’ di tutto, bottiglie di birra e resti di bivacchi, oltre alla terra portata dall’Adda». Per un certo periodo, infatti, ricorda Cassinelli, «quando l’acqua non era troppo alta si riusciva a raggiunge l’isolotto attraverso una piccola striscia di terreno che si era formata». E che poteva essere nitidamente avvistata anche dal ponte. L’immondizia è stata accantonata in alcuni sacchi e nei prossimi giorni sarà portata all’Astem. A dare un grosso contributo alle operazioni sono stati soprattutto Luciano Cipolla e Stefano Fabene.Adesso Nüm del Burgh vuole spingersi oltre e contattare la proprietà per parlare di un progetto: «Vorremmo confrontarci con i proprietari perché ci piacerebbe che i lodigiani tornassero a fruire di questo spazio - dice Cassinelli -, noi siamo disposti anche a fare un’impianto di illuminazione per renderlo visitabile. Chiaramente si tratta di spese ingenti, anche perché si dovrebbe provvedere all’acqua e ai servizi, oltre a una messa in sicurezza per poter salire in cima all’isolotto, la vecchia scaletta non c’è più. Quello che noi potremo fare come associazione lo faremo ben volentieri».L’isolotto prende il nome da Enrico Achilli, che aveva inaugurato una stagione di feste ed eventi mondani “galleggianti” sull’Adda. La piena si è portata via la costruzione in stile Liberty che svettava alla sua sommità. Nüm del Burgh non è l’unica associazione che spera in un recupero di questo piccolo gioiello, un recupero di cui in passato a Lodi si è parlato molto. Qualche anno fa Mariaemilia Maisano Moro ha elaborato in qualità di capo delegazione del Fai Lodi-Melegnano un progetto per creare un giardino di rose selvatiche e biancospini sull’isolotto, abbellito da sculture arboree ispirate ai lavori dell’artista Giuliano Mauri, con un gazebo interno dove organizzare eventi. Nonostante la fantasia e la buona volontà dei lodigiani non si è mai arrivati a una svolta.

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