Salve le pecorelle “tagliaerba” bloccate dalla burocrazia

Salve le pecore usate per tagliare l’erba. Sono quelle di Silvia Canevara, giornalista ed ex collaboratrice del «Cittadino». Circa un anno fa, la 38enne di Lodi ha aperto un’impresa chiamata pECOrelle Il suo, un lavoro, decisamente insolito, dare in affitto le pecore per tosare l’erba nei campi o nei parchi, da due mesi era fermo a causa di un vuoto normativo. Proprio ieri, invece, il cavillo burocratico è stato risolto. Il veterinario che ha visitato il suo gregge d’Ouessant, ospitato nella tenuta dell’Erbolario, a San Grato, le ha consegnato un libretto cartaceo. Un vero e proprio cimelio, pubblicato nel 1954, stampato ancora su carta velina e proveniente dalle valli Bergamasche. Con questo libretto di poche lire soltanto lei potrà portare le pecore anche fuori Regione. «A fermarmi - commenta la giornalista - era stato il vuoto normativo sulla movimentazione degli ovini, un codice mancante sul cosiddetto modulo rosa attraverso cui l’Ats (ex Asl) monitora gli spostamenti di animali vivi da un allevamento all’altro. Il problema è che io non porto le mie pECOrelle in un altro allevamento, ma da privati».

Se la sua nuova attività era partita grazie a un contatto giornalistico, anche questa volta a darle una mano è stata la sua vecchia professione. O meglio l’allarme lanciato da «Repubblica» sullo stop burocratico alla sua giovane impresa. «Dopo la denuncia ho ricevuto una telefonata dal responsabile del dipartimento veterinario dell’Ats che mi ha chiesto qual era il problema - spiega Canevara -. Quest’ultima ha contattato personalmente la Regione e il problema è stato risolto. Il mio è stato equiparato a un vero e proprio gregge che fa transumanza. Ho specificato solo che non mi sposto a piedi, ma su gomma». Per gli spostamenti all’interno della Regione, invece, le richieste sono telematiche. La Canevara deve solo mandare una mail 15 giorni prima dell’attività. «Ringrazio moltissimo i veterinari dell’Ats che si sono dati da fare per risolvere il mio problema - spiega -, Enrico Rossi e Claudio Bovera e poi anche Luigi Galimberti e la Regione che è intervenuta. Sono contenta che grazie al mio caso gli altri che vorranno mettersi in moto con questa attività avranno vita più semplice». Canevara si era già mossa singolarmente, ma senza successo. Ora, invece, ha il via libera. Ad aspettarla con tre delle sue 27 pecore è il Molino Pagani di Borghetto, poi riprenderà i contatti con tutte le realtà che aveva messo in stand by a causa di questo intoppo.

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