SALUTE Sono 1.200 i pazienti in cura per l’Alzheimer sul territorio, in crescita la visite

Sempre più importanti per il futuro cure domiciliari e telemedicina

Sono almeno 1.200 nel Lodigiano le persone in cura per disturbi cognitivi: nell’ultimo triennio, gli ambulatori dell’Asst di Lodi dedicati ai disturbi della memoria (Centro diagnosi e cura demenza CDCD) hanno registrato un incremento delle visite pari al 62%. In particolare nell’ambulatorio di Casalpusterlengo le visite complessive (CDCD e Geriatria) son passate da 624 nel 2019 a 901 nel 2022. Sono i dati resi noti in occasione della 29esima Giornata Mondiale dell’Alzheimer celebrata ieri, 21 settembre, ricorrenza istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e da Alzheimer’s Disease International (ADI) nel 1994 allo scopo di contrastare l’emarginazione sociale dei pazienti e delle famiglie legata alla malattia. «Questo risultato è stato possibile grazie al grande lavoro e impegno da parte degli operatori ed alla sensibilità della direzione aziendale – spiega il dottor Roberto Altavilla, responsabile del Centro diagnosi e cura demenze dell’ospedale di Casalpusterlengo -; questi dati numerici devono essere valorizzati considerando che la complessità dei pazienti è aumentata, perché si presentano sempre più anziani, disabili e con numerose altre malattie concomitanti e tutto ciò rende molto impegnativa la loro gestione: le energie di cura ed assistenza necessarie sono in aumento, non è più solo questione di farmaci ma di counselling, di guida ed orientamento ai servizi clinici e legali, di consigli a tutto tondo al caregiver ed alla famiglia». In questi anni le conoscenze biologiche e cliniche sulla malattia di Alzheimer sono di certo migliorate ed il dibattito culturale e scientifico è cresciuto. Ma, quale futuro per gestire numeri in aumento? «Le visite domiciliari, la telemedicina, il teleconsulto ed il tele referto sono modalità di assistenza e cura che affiancheranno la visita medica tradizionale, garantendo efficacia ed efficienza - intuisce il dottor Altavilla -: il modello organizzativo di offerta delle CDCD dovrà evolvere per poter seguire con modalità diversificate e personalizzate, tutti i pazienti affetti da demenza che saranno moltissimi, ma è l’Intelligenza Artificiale la nuova frontiera della ricerca, un nuovo strumento potentissimo che può dare risposte importanti ai grandi quesiti della ricerca scientifica. Perché ci si ammala di Alzheimer? Come fare la diagnosi precoce? Come prevenire la demenza? Bisogna essere fiduciosi e noi lo siamo».

In edicola con la nostra pagina dedicata al tema, le riflessioni delle dottoresse Luisa Solimando e Anna Rebagliati del CDCD Uoc Riabilitazione del Basso Lodigiano sull’importanza dell’intelligenza artificiale come strumento diagnostico di previsione complementare, e l’intervento della dottoressa Fraia Falvo del CDCD dell’ospedale Delmati di Sant’Angelo sull’impatto del Covid-19 sulla malattia di Alzheimer e la presa in carico dei pazienti.

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