
Ritrovato il 64enne svanito nel nulla
Albino Quazzoli ha vissuto per due mesi nella ex Polenghi
n A due mesi esatti dalla sua scomparsa è stato ritrovato Albino Quazzoli, 64enne residente a Lodi in via Marescalca. Magrissimo, disidratato, steso su un cartone e non più in grado di alzarsi; ma miracolosamente ancora in vita. L’uomo si era rifugiato nei locali dell’ex Polenghi di San Grato, oggi di proprietà Parmalat, dove aveva lavorato per 25 anni prima della pensione. Sembra addirittura che sia sempre stato lì, fin da quel lontano 19 marzo: era passato attraverso un cancello sul retro, quando erano ancora in corso i lavori per smantellare gli ultimi capannoni non più utilizzati, ed era salito fino al primo piano.
Ieri mattina lo ha trovato quasi per caso Edoardo Carrera, addetto ai servizi tecnici, 50enne di Corte Palasio. Il giorno prima, mentre andava a leggere il contatore del metano che si trova in quella zona, dove fino a pochi mesi fa c’era la portineria, ha sentito una finestra sbattere per il vento nello stabile abbandonato alle sue spalle, ma c’era brutto tempo e così si è riproposto di andare a chiuderla il giorno dopo. «Ho chiuso le finestre in tre stanze - spiega lui stesso - e nella terza c’era lui, steso a terra su un cartone. Lo conosco bene e per questo l’ho riconosciuto subito. Lo avevo visto il giorno prima che sparisse, al circolo Archinti. Era magrissimo, non stava in piedi. La prima cosa che mi ha detto è stata “voglio morire” in dialetto, poi mi ha chiesto che giorno e che mese fosse».
Carrera, con il responsabile Sergio Pagani, aveva fatto un controllo in tutte le strutture della Polenghi dopo aver letto sul “Cittadino” che i familiari lo stavano cercando anche lì. Ma allora non lo avevano trovato.
Ieri mattina sono intervenuti i carabinieri di Lodi e l’ambulanza della Croce rossa. L’uomo è stato portato in ospedale e giudicato subito fuori pericolo. Dopo le visite al pronto soccorso e gli esami, è stato ricoverato, ma già fra una settimana o dieci giorni al massimo potrà ritornare a casa. «Stamattina è finito un incubo - diceva ieri, in serata, il figlio Carlo -. Io non avevo mai perso la speranza, ho sempre saputo nel mio cuore che era ancora in vita, ne ero quasi certo. Ora ci prenderemo tutti cura di lui. Non gli abbiamo chiesto come mai si era allontanato, in questo momento non è importante, gli abbiamo fatto solo una grande festa, tutto il resto lo capiremo più avanti. Mi piacerebbe solo incontrare l’uomo che lo ha trovato, per ringraziarlo». Lui stesso aveva detto ai carabinieri di cercare il padre all’ex Polenghi. «Conosceva ogni angolo di quelle strutture, aveva lavorato lì per 25 anni, e pensavo che in un momento di lucidità potesse dirigersi lì. I carabinieri mi hanno garantito di averlo cercato bene, non voglio certo mettere in dubbio il loro lavoro».
Resta da capire come abbia fatto Albino Quazzoli a sopravvivere così tanti giorni in un luogo disabitato e senza acqua. Nei primi giorni sembra che alcuni operai, al lavoro in quel punto per smantellare i capannoni della Parmalat, lo abbiano scambiato per un senzatetto e gli abbiano portato qualcosa da mangiare e da bere. Vicino al suo giaciglio, infatti, c’erano alcune confezioni di biscotti e cracker, oltre a due bottigliette di acqua. Ma quegli operai se ne erano andati tre settimane fa, senza dire a nessuno della presenza di quell’uomo, e da allora il 64enne è rimasto solo. Per un po’ ha usato i bagni, ma ormai era da diversi giorni che non riusciva più ad alzarsi più dal suo giaciglio. Fino a ieri, quando un “angelo” lo ha strappato da un destino ormai certo.
A due mesi esatti dalla sua scomparsa è stato ritrovato Albino Quazzoli, 64enne residente a Lodi in via Marescalca. Magrissimo, disidratato, steso su un cartone e non più in grado di alzarsi; ma miracolosamente ancora in vita. L’uomo si era rifugiato nei locali dell’ex Polenghi di San Grato, oggi di proprietà Parmalat, dove aveva lavorato per 25 anni prima della pensione
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