Ritorno a scuola, istruzioni per l’uso VIDEO

La dottoressa Paola Bruni, primario di pediatria a Vizzolo: «Una sfida impegnativa per genitori e figli»

«La scuola deve ripartire e farlo in presenza. Questo è un diktat». A parlare è Paola Bruni, primaria di pediatria dell’ospedale di Vizzolo.

Dottoressa è giusto che la scuola riparta in presenza?

«La scuola deve riprendere. Questo è un diktat. Quello che ho visto nei ragazzi, durante il lockdown, è stata tanta insofferenza. I piccoli e anche i ragazzi, soprattutto i figli unici, magari con i genitori che dovevano lavorare, non hanno capito bene cosa stesse succedendo e hanno sofferto molto a stare in casa, dal punto di vista psicologico. La scuola è fatta per stare tra bambini, giocare e imparare e per imparare ci vuole un rapporto diretto, che non può essere vicariato da un computer. Nell’emergenza va bene, ma non possiamo fare come a marzo.

Quali consigli si possono dare ai genitori alla vigilia della campanella?

«È una sfida impegnativa per gli studenti e le famiglie. Non può prescindere dal rispetto delle regole: il distanziamento, l’uso delle mascherine se i banchi non sono ben distanziati, stare attenti agli spostamenti e imparare bene il lavaggio delle mani».

Quale scenario immagina?

«Non si può immaginare uno scenario così, ma dobbiamo riprendere la normalità. La scuola non può essere fatta via internet. La nostra scuola, nonostante qualche problema, è valida. Abbiamo un buon corpo insegnanti. Dobbiamo aver fiducia, far crescere in loro la stima per il ruolo che ricoprono. È un po’ come è successo a noi sanitari. Sapevamo che dovevamo stare vicino ai malati, anche durante la pandemia. La missione degli insegnanti è stare con i bambini, sostenerli dal punto di vista psicologico».

I contagi sono aumentati

«Sì, non sappiamo cosa succederà a ottobre. La soluzione migliore è che ci sia una vaccinazione».

La vaccinazione anti influenzale va fatta?

«Certo, dobbiamo raccomandare che vengano fatte le vaccinazioni anti influenzali a tutti, anche ai bambini non a rischio. Se riusciamo a far scendere l’incidenza dell’influenza, riusciamo meglio a discriminare tra influenza e covid. C’è uno studio secondo il quale le vaccinazioni migliorano in generale la risposta immunitaria dell’organismo nei confronti delle malattie».

Cosa bisogna fare prima di entrare in classe?

«Misurare la temperatura, indossare la mascherina e lavarsi le mani».

L’uso prolungato della mascherina è dannoso?

«No, la mascherina chirurgica non fa male. Non c’è una chiusura ermetica, non fa entrare il doplet, ma l’aria entra ed esce. È più dannoso ammalarsi».

Ricordiamo quali sono i sintomi?

«La febbre superiore ai 37,5 gradi, l’olfatto e il gusto che se ne vanno, la tosse secca insistente che può evolvere in forme importanti di polmonite. Nei bambini gli episodi sono meno gravi».

Se i bambini hanno i sintomi?

«Devono stare a casa 15 giorni, a meno che il tampone non sia negativo. È il medico che decide se fargli fare o no il tampone».

Se un bimbo ha la febbre devono stare a casa anche i compagni?.

«Se si tengono le distanze e si portano le mascherine non dovrebbero stare a casa perché non considerati infettanti. Sarà un bel problema».

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