Rissa all’Olmo, trasferiti i profughi

Trasferimento d’urgenza per i profughi responsabili della rissa. È intervenuta anche la prefettura dopo lo scontro tra due immigrati ospitati all’Olmo. Un nigeriano e un marocchino si erano affrontati nella notte di sabato. Uno era anche finito all’ospedale con lievi lesioni. Una situazione che aveva creato grave allarme, all’interno della struttura pubblica alle porte di Lodi. Domenica mattina si era tenuto un sopralluogo del personale del Broletto, della Caritas e di Progetto Insieme, l’associazione incaricata di gestire i sei stranieri ospitati in città. Dal palazzo del governo ieri hanno fatto sapere che i due giovani, originari del Nord Africa, sono stati immediatamente trasferiti. Uno è stato destinato alla comunità di Graffignana, l’altro a una di Crespiatica. Due centri che sono entrambi coordinati dal gruppo Famiglia Nuova. «Al momento è stata adottata questa misura per risolvere la situazione, ma sono in corso valutazioni ulteriori», fanno sapere dagli uffici della prefettura sul destino dei due stranieri arrivati nel territorio ancora l’anno scorso dopo i conflitti che hanno infiammato le coste del Nord Africa. Nel Lodigiano gli immigrati che sono stati accolti durante le guerre sono una settantina. Sono stati distribuiti un po’ in tutto il territorio (oltre al Laus residence di Lodi Vecchio che ospita 38 persone, i profughi vivono in diverse comunità, situate all’Olmo di Lodi, a Boffalora, Cavenago, Graffignana, Crespiatica e Maccastorna). Nel capoluogo sono in tutto sei, di cui cinque sono stati anche interessati da alcuni progetti d’impiego. Il progetto di emergenza che era stato elaborato dallo Stato durante quella difficile fase internazionale scadrà il prossimo 31 dicembre, intanto questi immigrati sono in attesa di ottenere lo status di rifugiato. Questo significa che non possono spostarsi dal Lodigiano, altrimenti diventerebbero subito clandestini. Grazie alla rete di solidarietà messa in campo sul territorio è stato possibile affrontare questa situazione: comuni e associazioni hanno anticipato risorse e messo in campo iniziative a favore degli stranieri, ma ad oggi non hanno ancora ottenuto tutto il rimborso promesso dallo Stato.

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