Riprendono le visite sospese negli ospedali lodigiani

Il direttore Asst Gioia annuncia la riorganizzazione dei presidi dopo l’emergenza coronavirus

Ripresa delle attività d’ambulatorio sospese durante l’emergenza. Gli ospedali del territorio si riorganizzano dopo l’onda d’urto del Covid. A tracciare le linee guida è il direttore dell’Asst di Lodi (azienda socio sanitaria territoriale), Salvatore Gioia, a margine di un incontro con una delegazione del Pd provinciale e la partecipazione del vice presidente del consiglio regionale Carlo Borghetti.

In un momento ancora incerto per il rischio di un riacutizzarsi dell’epidemia, Asst garantisce che sulle 50mila visite rinviate nei mesi scorsi si stanno facendo verifiche con Ats (agenzia di tutela della salute), per capire quelle che potrebbero essere già state erogate fuori dall’Asst di Lodi: le rimanenti saranno riprogrammate in un criterio di priorità temporale, con l’obiettivo di erogare entro dicembre il 100 per cento delle prestazioni saltate durante il periodo di lockdown e almeno il 70 per cento di quanto erogato nel 2019.

Per quanto riguarda l’ospedale Maggiore nel capoluogo, si sta terminando la sanificazione dei 38 posti letto che erano stati destinati a pazienti Covid o sospetti Covid, ormai sovradimensionati rispetto alle attuali necessità, che saranno dedicati alla chirurgia specialistica e all’ortopedia (peraltro mai sospesa) per ridurre le liste d’attesa delle altre specialità come otorino, chirurgia plastica, oculistica, urologia. I letti Covid sono stati collocati nell’area del day hospital, area circoscrivibile per ragioni di sicurezza. Il presidio di Casale - aggiungono dall’Asst -non solo non chiuderà ma vedrà potenziate alcune delle attività che lo connoteranno sempre di più come un modello di medicina territoriale. Oltre ai servizi che non hanno mai interrotto la loro attività - come la radiologia, la centrale operativa delle cure domiciliari, la radioterapia, i servizi ambulatoriali che era possibile mantenere, la dialisi, il CPS - dal 1° settembre saranno riaperti i ricoveri per la riabilitazione geriatrica, la riabilitazione specialistica, i posti letto per subacuti per i quali, in base al bisogno rilevato, è stata avanzata a Regione e Ats la richiesta di ampliamento.

«Il presidio di Casale – dichiara Salvatore Gioia - potrebbe diventare una punta di diamante e un esempio di medicina territoriale da aprire alla medicina di base con l’offerta di letti attivabili direttamente dal medico di famiglia e la disponibilità di letti a conduzione infermieristica. I nuovi modelli di assistenza sanitaria e ospedaliera devono necessariamente partire dall’osservazione del bisogno espresso dal territorio, intercettarlo e trovare risposte. La medicina di iniziativa è il presente e il futuro della medicina e questo dovrà coniugarsi coi modelli organizzativi aziendali che devono essere flessibili e integrati».

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