La montagna di sporcizia che da mesi lievita lungo l’Adda sarà rimossa nelle prossime settimane. Circa duecento sacchetti sono stati abbandonati nel corso dell’estate nell’oasi verde dietro alla cava Mizzi, dove nei week end la gente si ritrova regolarmente per un pic nic e per prendere il sole sulla riva del fiume. Un problema che non è stato ancora risolto e per il quale è stato organizzato un tavolo in prefettura, alla presenza delle istituzioni e del Parco Adda Sud.
«Abbiamo detto e scritto che avremmo provveduto noi alla pulizia - afferma il sindaco di Montanaso, Luca Ferrari -, intorno al 15 novembre».
L’amministrazione di Montanaso aveva sottolineato che per smaltire l’immondizia sarebbe stata necessaria una cifra pari a circa 2mila euro. Soldi che sarebbero stati trovati con l’approvazione del bilancio. Il motivo del costo elevato dell’“operazione pulizia” è legato alla presenza di rifiuti indifferenziati. Ovvero: pentole, mobili, avanzi di cibo, bottiglie di birra, piatti di plastica, farmaci. «Speriamo che più sotto non saltino fuori cose strane», si augura Ferrari. «Comunque è tutto sotto controllo - aggiunge -, si potrebbe pensare alla sistemazione di un cassonetto metallico per impedire ai vandali di distruggerlo. Per tenere pulito ci vuole anche la civiltà di tutti».
Il sindaco di Lodi, Simone Uggetti, spiega che l’Astem ha in serbo una proposta per cercare di eliminare il problema: «Oltre alla circostanza specifica dei rifiuti attualmente abbandonati in territorio di Montanaso e che verranno rimossi nei prossimi giorni, bisogna considerare il tema generale e importante di come gestire in modo organico la situazione dell’ampia fascia di lungofiume tra Lodi, Montanaso e Boffalora - afferma il primo cittadino -, una zona che soprattutto d’estate è frequentata da numerose persone, che ovviamente producono quantità considerevoli di rifiuti. A questo proposito, da tempo Astem ha predisposto un progetto che prevede la dislocazione di nuovi cassonetti presso punti di raccolta lungo i principali percorsi di accesso ed uscita dall’area del lungofiume, programmando tre servizi la settimana per lo svuotamento dei cassonetti. Questo modello sarebbe idoneo ad affrontare in modo strutturale la questione, ma chiaramente comporta dei costi, che dovrebbero essere sostenuti dai tre Comuni interessati in quote proporzionali all’estensione delle aree di rispettiva competenza. Credo sia opportuno approfondire la proposta, in spirito di costruttiva collaborazione tra i tre enti, e con il coordinamento del Parco Adda Sud».
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