
Red Pencil, Discobolo e Galleria: ma che ne sanno i “millennials”...
La tecnologia ha “ucciso” musicassette, videotape, dvd e persino le cabine telefoniche
C’è quasi da piangere, a stringere tra le mani una musicassetta. Sì, quelle che a un certo punto il nastro s’incastrava e allora era tutto un affanno per cercare di riavvolgerlo. Se capite cosa intendo, non siete dei “millennials”, arrivate dritti dagli anni Ottanta o... prima, siete quelli che hanno provato l’ebbrezza di camminare con in tasca l’antidiluviano walkman. Adesso persino i cd sono “roba vecchia”, oggi che è tutto un download, oggi che la musica si “scarica” e i biglietti dei concerti si comprano on line, costretti a litigare con un pc che va in tilt sempre sul più bello e con operazioni che non si capisce mai se sono andate a buon fine.
Eppure, volete mettere la coda fuori dal “Discobolo” per riuscire a essere in prima fila ai concerti? E il tempo speso alla “Galleria Musicale” , curiosando tra i dischi in vinile (oggi tornati alla ribalta?). I non addetti ai lavori non lo sanno, ma Discobolo e Galleria Musicale erano la salvezza dei musicofili in città, il primo in via Garibaldi, la seconda in corso Roma.
Un altro tasto dolente sono le videocassette, rimpiazzate dai dvd, a loro volta superati da download e paytv, Netflix Amazon e una rete infinita di siti. Per i lodigiani, però, videocassette a noleggio vogliono dire... Red Pencil. E chi lo scorda il Freddy Kruger (formato gigante) pronto ad accogliere i clienti? In via XX Settembre, per i nostalgici, l’ingresso è rimasto lo stesso, solo logorato dal tempo: il cancello in ferro è chiuso, ma Red Pencil in rosso si legge ancora. Nemmeno Videoplanet, maxi distributore di dvd in viale Milano, è riuscito a cambiare pelle e resistere.
Così come oggi non si scrivono più lettere ma s’inviano mail (al punto da non ricordarsi nemmeno quanto costa un francobollo), allo stesso modo non si entra più nelle cabine telefoniche, via via scomparse dalla circolazione. Qualcuna è sopravvissuta, insieme a qualche telefono pubblico, che solitamente non invoglia all’utilizzo, come quello rimasto a disposizione in via Garibaldi. Già, le cabine telefoniche, che in tempi di Covid potrebbe essere considerate un attentato alla salute. Chissà quante storie di innamorati sparsi per il mondo ed emergenze dell’ultimo momento avrebbero potuto raccontare. Oggi tutto il nostro mondo è racchiuso in una tasca, quella dove mettiamo lo smartphone. n
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