Reati minorili triplicati in due anni

I reati minorili sono in drammatica salita. Sono oltre 170 i bambini e i ragazzi che hanno avuto dei guai con la giustizia, nel 2011, e che sono seguiti dal Consorzio Lodigiano servizi alla persona. L’ente guidato dal presidente Angelo Gazzola e dal direttore Giorgio Savino riflette sui dati presentati venerdì scorso all’assemblea dei soci e lancia l’allarme. «È una questione che ci preoccupa particolarmente - commentano i vertici del Consorzio - e alla quale ci stiamo dedicando con particolare impegno anche nel 2012».

A compiere i reati sono i minori tra i 14 e i 17 anni, soprattutto italiani e maschi. I minori denunciati a piede libero sono passati da 34 del 2009 a 48 e 56 del 2010 e del 2011. Nella maggior parte dei casi, cioè nel 51,9 per cento, si tratta di reati contro il patrimonio, furto, estorsione, rapina, danneggiamenti e ricettazione. Seguono, con una percentuale del 28,9 per cento i reati contro la persona e la violazione della legge relativa agli stupefacenti. I reati, dicono i dati del Consorzio, vengono commessi per lo più in gruppo, non di amici, ma di ragazzi accomunati da vissuti di solitudine ed emarginazione sociale: gruppi dismogenei, di adolescenti. Dei 172 minori in carico nel 2011, 64 sono le nuove segnalazioni, 61 quelli sotto indagine e 47 in attesa di udienza. «Le fissazioni delle udienze penali per le situazioni dei minori denunciati a piede libero - annota infatti il presidente - registrano lunghi tempi di attesa: si arriva anche a 4 o 5 anni di distanza dalla data del reato. Da un lato questo consente di predisporre gli opportuni interventi, ma dall’altra non va sottovalutata la necessità di intervenire tempestivamente sulle situazioni, sia nell’interesse del minore, sia per fornire ogni utile informazione alle autorità il prima possibile».

Per intervenire in modo efficace sul fenomeno della devianza il Consorzio vuole incrementare il personale che lavora nell’equipe penale minorile e rinforzare la rete dei servizi. Nel 2011 l’equipe ha lavorato al progetto “Tob” finalizzato alla «condivisione di una filosofia di intervento da parte dei soggetti che intercettano il fenomeno, dalla scuola all’educativa di strada. Sono state sperimentate anche azioni coprogettate tese alla promozione della cultura della legalità e dell’inclusione sociale». Ma molto di più, dicono si può fare. «Ci sono dei periodi, soprattutto alla fine dell’anno, dove il Consorzio registra anche 20 segnalazioni di reati al mese. Attualmente l’equipe ha una lista d’attesa di 29 casi».

Ma il problema della devianza è solo una fetta del fenomeno: la fascia del disagio minorile è molto più larga. Molti sono, infatti, i minori che vengono allontanati dalle famiglie, presi in affido o assegnati alle comunità, per vari motivi. Nel 2011 157 minori e le loro mamme hanno passato almeno un giorno in una comunità educativa. Nel 2011 le comunità hanno garantito assistenza, per un totale di 35mila giorni. Al 31 dicembre dello scorso anno il totale dei ragazzi inseriti era di 109, contro gli 82 del 2010 e i 77 del 2009. «Questo incremento - commenta Savino - è un forte elemento di preoccupazione». I casi aperti, nel 2011, dal servizio tutela minori, nella zona nord, sono stati 75, nel 25,7 per cento dei casi tra i 12 e i 15 anni, mentre i minori in carico complessivamente erano 385. L’inserimento in comunità è legato, quasi nel 30 per cento dei casi, alla conflittualità di coppia, oltre il 20 per cento all’incuria e nel 15 per cento a situazioni di dipendenza. Per oltre il 5 per cento dei casi, l’allontanamento è legato all’abuso o al sospetto abuso. Nella Bassa, invece, i minori in carico dal servizio tutela del Consorzio nel 2011 erano 174, 27 i nuovi casi. A prevalere in quest’area sono i minori tra i 7 e gli 11 anni. Secondo i dati del Consorzio «la concentrazione maggiore di situazioni di minori soggetti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria si osserva a Casale, con 8 casi nel 2001 e 5 a Codogno, mentre negli altri comuni si registrano complessivamente 14 casi. Le problematiche maggiormente presenti sono quelle relative alla conflittualità di coppia, a cui seguono i casi di incuria e grave maltrattamento: da rilevare l’elevato numero di genitori con problematiche di tipo psichiatrico e legato all’area delle dipendenze». Situazioni gravi per le quali il Consorzio sottolinea la necessità di «individuare risposte più efficaci, visto che mancano risorse adeguate a favore di adolescenti in condizioni di grave pregiudizio o disagio e sottoposti a provvedimento dell’autorità giudiziaria. Le comunità sono per loro un luogo dal quale fuggire. Le famiglie affidatarie in grado di accogliere i minori adolescenti non sono sufficienti e in ogni caso gli stessi adolescenti non accettano figure di riferimento diverse dai genitori naturali. Occorre quindi dedicare del tempo alla ricerca di esperienze innovative, anche in altri contesti territoriali, capaci di rappresentare un “contenitore” più rispondente al target adolescenziale».

Cristina Vercellone

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