
Vandalismi e furti, con il retrogusto del sabotaggio. È lo scenario apparso ieri pomeriggio in piazzale 3 Agosto, nel cantiere dove tra due giorni dovrebbero finalmente iniziare i lavori per la costruzione del bar-tavola calda destinato a prendere il posto dello storico ex distributore dell’Agip. Il cantiere, in attesa del via alle opere di demolizione, era inattivo dal 2 settembre scorso ed è completamente circondato da una recinzione; ma né quest’ultima, né la vicinanza dall’antistante palazzo di giustizia l’hanno salvato da quelle che, secondo una prima ipotesi, potrebbero essere state non una ma almeno due incursioni.
Il bilancio? L’ufficio del cantiere razziato e devastato, tombini in ghisa ribaltati o rubati, fino al quadro elettrico forzato e ripulito dei cavi in rame. Questo in sintesi, perché l’elenco dei danni abbozzato dal capocantiere della Tc Costruzioni e dal responsabile della sicurezza è decisamente più pingue. Nel “baraccamento” che funge da ufficio e spogliatoio per gli uomini del cantiere, i teppisti hanno forzato il mobile contenente la documentazione e preso le cassette del pronto soccorso, gettando tutto all’aria: ciò, va da sé, dopo aver forzato la serratura della porta (forse con un piede di porco) e sfondato un vetro.
«E hanno preso anche gli estintori e i “chiusini” dei pozzetti in ghisa», proseguono i responsabili del cantiere indicando i numerosi tombini divelti, le cui coperture, in alcuni casi, sono letteralmente sparite. Meno danni, a prima vista, sembrano essere stati fatti al corpo centrale dell’ex distributore, ovvero quello dove la società Rosa dell’Arno Sas, previo pagamento di un affitto al comune (proprietario dell’area e dell’immobile) dovrebbe realizzare e gestire il nuovo bar tavola calda. «Dovevamo iniziare i lavori di demolizione giovedì», spiega il capocantiere auspicando di avere tutte le carte a posto e in regola per tempo. Balena quasi il sospetto che qualcuno li abbia voluto rallentare, questi lavori, «ma nemici noi non ne abbiamo» sorridono per un momento gli addetti ai lavori, mentre dopo la polizia locale sul posto arrivano anche la sezione scientifica della questura; che con l’area rimasta “deserta” per quasi dieci giorni lavorano sull’ipotesi che il cantiere possa essere stato oggetto di più di un raid.
Sui muri dell’ex Agip, spuntano un paio di murales: pare che prima non ci fossero, e l’idea che possano essere una sorta di “firma” dei vandali resta lì. Se col rame e la ghisa rubati, a spanne, i ladri non dovrebbero fare grandi affari, la conta dei danni per l’impresa sarà invece almeno a “tre zeri”: al lordo delle prestazioni dei professionisti, rifare la documentazione, sistemare l’ufficio, il quadro elettrico e il resto potrebbe costare almeno tremila euro.
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