Nel Lodigiano si vive bene. Anche se non tutti lo credono, e anche se i problemi non mancano. A stabilirlo è l’annuale dossier sulla qualità della vita di “Italia Oggi”, che ribaltando la recente e pesantissima bocciatura (67° posto) dell’analoga ricerca fatta da “Il Sole 24 Ore” colloca Lodi tra le 16 migliori province d’Italia. Non solo: guadagnate due posizioni rispetto a un anno fa, la classifica premia il territorio con l’ultima piazza meritevole del livello “buono”, il giudizio più alto. Solo Mantova, in Lombardia, ha fatto meglio; e in un periodo nel quale, come premette la ricerca, la crisi economica ha profondamente peggiorato il quadro complessivo, c’è di che accontentarsi.
Mentre Trento si conferma “regina d’Italia”, e Napoli cede a Trapani la poco invidiabile palma della peggior provincia della penisola, Lodi sorride. Il picco, nelle nove macrocategorie prese in esame, è rappresentato dal “tenore di vita”, dove tra pensioni mediamente alte (ma il governo Monti non era ancora arrivato) e risparmi corposi il Lodigiano sale notevolmente, strappando con il 14° posto l’unico “buono” in pagella. La provincia migliora ed è in alta classifica anche nell’ambiente (16° posto), nonché nei “servizi finanziari”, dove sale al 27° posto. Ma che non tutto ciò luccichi sia oro è confermato dai cali in classifica in altre categorie, con le voci “affari-lavoro” e “popolazione” scese al 31° e al 32° posto, la “criminalità” al 48° e il “disagio sociale” al 50°. Modesti i piazzamenti nelle due nuove aree, il “sistema salute” (55° posto) e i “servizi scolastici” (solo 74esimi), mentre il leggero miglioramento al 75° posto non salva la voce “tempo libero” dall’unica insufficienza: tutte le altre categorie, fondamentalmente, si guadagnano quel livello “accettabile” che forse ben comprende sia le luci che le diverse ombre contenuti nelle decine di indicatori presi in esame.
«Fa piacere che il Lodigiano migliori, ma queste classifiche lasciano un po’ il tempo che trovano», commenta cauto il presidente della Provincia, Pietro Foroni, alternando scetticismo e soddisfazione. Al primo Foroni ascrive ad esempio il brutto risultato a livello scolastico («siamo terzi in Italia e ci abbiamo investito tanto») e sul disagio sociale («che in un periodo di crisi aumenti ci sta, ma il dato mi lascia un po’ dubbioso»), mentre sul buon exploit dell’ambiente la rivendicazione è per «certe scelte, dallo stop alle discariche alla logistica, che è chiaro che incidano e che miglioreranno ancora». E i punti deboli? «Noi risentiamo della recessione soprattutto come capacità di creare nuova occupazione, mentre per quella esistente resistiamo grazie alla piccole e medie imprese. La sicurezza? Stiamo investendo tanto e investiremo ancora sulla polizia provinciale, stiamo facendo anche attività di polizia giudiziaria, porteremo gli Smar (i maxi pattuglioni coordinati, ndr) a uno al mese: abbiamo competenze limitate, il cambio di passo non spetta a noi, ma non ci tiriamo indietro. Anche perché le forze dell’ordine lavorano bene, ma con la crisi aumenta anche la microcriminalità».
Dal Broletto, il sindaco Lorenzo Guerini può compiacersi per il buon contributo dato da Lodi agli indicatori “ecologici”, quelli più legati alle indagini sui capoluoghi: «Dalle aree verdi alle energie rinnovabili, passando per la ciclabilità urbana, vengono confermate le recenti buone performance della città: è un risultato positivo e molto interessante».
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