Provincia, uno spiraglio da Roma

Primi spiragli per salvare la Provincia di Lodi. Ad annunciarlo è il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini che ha partecipato all’audizione in commissione congiunta Camera e Senato. Come componente della delegazione degli enti locali, il primo cittadino del capoluogo è stato ieri mattina protagonista del confronto in Parlamento sulla manovra anticrisi. «Mi pare ci sia qualche possibilità per stralciare dal decreto gli articoli che riguardano la cancellazione della Provincia di Lodi - riferisce Guerini da Roma -. Si sta discutendo di un emendamento da presentare al testo di legge, un’ipotesi su cui c’è una buona convergenza tra le forze politiche. La proposta è quella di eliminare il taglio delle province, per riassegnare il compito della riorganizzazione degli enti locali alle regioni, in un confronto con comuni e province».

In stretto contatto anche con il presidente della provincia di Lodi, Pietro Foroni, Guerini ha ieri parlato di qualche probabilità per scongiurare la cancellazione di Palazzo San Cristoforo. «Ci sono stati diversi contatti tra le forze politiche, che inducono a ben sperare - spiega - per l’emendamento c’è tempo fino a lunedì, quando scadranno i termini utili per presentare la proposta a cui stiamo lavorando. Si tratta di una giornata positiva per le sorti del territorio, ma prima di vedere dei risultati occorre ancora molta cautela».

Nel pomeriggio si è anche tenuto un direttivo dell’associazione nazionale dei comuni, per esaminare i correttivi necessari da richiedere al testo del decreto del governo. Per evitare i tagli agli enti locali, sono diverse le proposte allo studio dell’Anci.

«Nella riunione dell’associazione dei comuni in molti hanno ribadito che le condizioni poste in carico ai comuni dal decreto anticrisi del governo sono troppo pesanti e diventano ingestibili per gli enti locali - sostiene il sindaco Lorenzo Guerini - un ulteriore inasprimento del Patto di stabilità (ovvero i vincoli di spesa ed entrata fissati dal governo, ndr) sarebbe insopportabile. Se non ci saranno cambiamenti, l’associazione dei comuni sta anche valutando della manifestazioni di protesta, come la proposta di non rispettare in blocco i criteri del Patto. É stato contestato anche il metodo adottato per la scelta di accorpamento dei comuni e abolizione di alcune province, che non doveva essere fatto con decretazione d’urgenza. La questione bicamerale per le questioni regionali ha infine dato il via libera al decreto, ma ha richiesto che venisse tolto il taglio alle province. Questo è un punto importante e a favore del nostro territorio».

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